di Carla Rocco 

Piove, nella solitudine di una scuola vuota sento il peso della paura sulle spalle. Tra qualche minuto inizio la mia ultima lezione del giorno, tra magoni e stanchezza sorrido e sdrammatizzo, spesso penso di provare la stessa sensazione di un clown prima dello spettacolo. Il Covid-19, subdolo e arrogante, ci ha inchiodati dietro un monitor, è una vera e propria prova di sopravvivenza dal contatto. Temo per la mia famiglia, temo per i miei piccoli, di cui le risate chiassose non sento più, ma ricordo con nostalgica tenerezza. Sembra una sceneggiatura scritta dalle ombre: notizie sui contagi, previsioni, morti, troppi. Decreti e ordinanze si susseguono come una corsa con la staffetta, ad ogni pubblicazione il cerchio della nostra socialità, della vita, si stringe sempre di più. Ogni sceneggiatura che si rispetti, ha un protagonista che alla fine del suo viaggio, farà una scelta: cambierà   vita per raggiungere la felicità, oppure tornerà indietro, ancorato alle sue vecchie abitudini. In questo film non sappiamo chi sia il protagonista, siamo solo comparse che anelano alle scelte del regista, a noi non è dato neanche leggere la sceneggiatura.  Ecco! È ora di iniziare, mi collego per una lezione virtuale con la speranza di costruire basi solide, su cui i miei bambini costruiranno i pilastri della conoscenza. Inizio con l’attività dell’ascolto e scrivo in corsivo, do un’indicazione:

– se ne avete bisogno ripetete la parolina ad alta voce, prima di scriverla. Il suono lo dovete tenere a mente come un’immagine, la quale si rifletterà sul quaderno con la parolina-.

L’emozione dei bambini sembra quasi che si possa toccare, sono pronti e preparati, in circa quindici minuti riescono a scrivere  dieci paroline, per essere la prima volta sono stati dei campioni. La lezione continua con il prosieguo dell’incontro con un’altra letterina:

– bambini oggi conosceremo la “S” di “Sole”-.

Luca, subito interviene:

– maestra ma fuori piove, c’è un tempaccio-.

Scoppiamo tutti in una fragorosa risata, riportando la classe all’attenzione, sottolineo:

-tranquilli, il sole torna sempre a splendere-.

Divertendomi traccio i segni sulla lavagna, indicando delle immagini:

– partite dal puntino, salite verso il rigo grande, formate un palloncino, riscendete nel verso opposto e disegnate una grossa pancia:-.

Dopo circa quattro o cinque dimostrazioni, i piccoli, contenti, ad uno ad uno accendono l’audio e mi urlano pieni di gioia:

-maestra io l’ho fatte tutte:-,

mi mostro sorpresa e rispondo:

-ma allora siete bravissimi, sono felice, perché noi siamo la classe più bella e simpatica della scuola- La mia classe non ha avuto molto tempo per ambientarsi nella nuova struttura, sono consapevoli di essere i più piccoli della scuola, ma io non perdo occasione di ripetergli che sono i più bravi. La lezione si conclude con degli esercizi di matematica, addizioni e sottrazioni. Contano e fanno le operazioni con le dita, mi fanno ridere, il loro impegno nel coordinare il movimento delle manine al pensiero operativo è straordinario. Ad un tratto mi rendo conto che non piove più, il sole timidamente si affaccia, proprio verso la fine della lezione. Il cielo ci sorride. Il sole si alza sempre di più, splende sulle nostre letterine bagnate.