Rubrica: La finestra interiore

Un nuovo Natale tra tradizioni e nuove priorità

di Carla Rocco

 

Il Natale è alle porte, in sé non è mai stato un periodo semplice, con le restrizioni anti-covid per tanti può definirsi addirittura strano. Sembra il Natale degli eccessi: chi spende e spande, esorcizzando le preoccupazioni, riempiendo il vuoto interiore con cose acquistabili, dall’altro lato abbiamo chi invece, chiuso in sè stesso, cerca strategie   per dare un senso a questo Natale che a tratti sembra aver smarrito il suo spirito.

Abbiamo incontrato la dottoressa Nunzia Costanzo per cercare di capire e avere qualche suggerimento su come si presentano questi giorni.

 

 

In genere il periodo Natalizio rompe la routine emotiva, rispetto a qualsiasi periodo dell’anno, per quale motivo?

Il periodo Natalizio rompe la routine in generale, si ferma la didattica, molte attività procedono con un ritmo più lento, altre con ritmi più incalzanti e frenetici. spezzare la routine di tutti i giorni ci dà tempo per pensare…snoccioliamo i giorni dell’ultimo mese dell’anno e volenti o nolenti tiriamo le somme e questo ci destabilizza inevitabilmente.

Vedere sotto i nostri occhi il tempo che passa, un altro anno che se ne va e viene aggiunto alla nostra età anagrafica, questo spesso crea angoscia nelle persone. L’ansia di non aver fatto abbastanza, non aver messo su abbastanza muscoli, buttato giù abbastanza peso, messo da parte abbastanza soldi per le prossime vacanze (sempre che ci sia concesso di viaggiare eh!). Sentiamo di aver vissuto un tempo che non ci appartiene. Il 2020 è stato l’anno del tempo non vissuto, passato nell’attesa di nuovi decreti, di avere il permesso di poter uscire di casa, di poter riabbracciare amici e parenti di capire a quale colore del nuovo semaforo nazionale apparteniamo.

Solitamente nel periodo natalizio si riscontra un aumento della sintomatologia legata   ai disturbi d’ansia e alla depressione, questo perché si passa molto più tempo da soli, lontano dalla routine che ci rende più o meno stabili,   soprattutto si passa tanto tempo in famiglia e la famiglia si sa è croce e delizia di ognuno di noi.  Spesso nemmeno ce ne accorgiamo ma la nostra famiglia, il nostro nido, è formato dalle persone che più amiamo e più temiamo allo stesso tempo. I lunghi pranzi natalizi si affrontano tematiche più disparate e spesso si finisce col “litigare”. Dietro la rabbia del doversi difendere, del sentirsi attaccati c’è spesso la paura di non sentirsi abbastanza, di deludere le aspettative che l’altro ha su di noi, di non essere il figlio o la moglie o il compagno “perfetto”. Dovremmo fermarci un attimo, respirare, e renderci conto che alle volte è meglio apprezzare il momento che si sta vivendo piuttosto che farci distrarre dal loop di pensieri negativi e proiezioni che il nostro persecutore interno ci suggerisce.

 

Il   Natale in genere vuol dire famiglia, Natale 2020 è stato definito più sobrio, è un aggettivo adeguato secondo lei?

L’aggettivo sobrio deriva dal latino sobrius e significa letteralmente senza ebbrezza.

La sobrietà alla quale ci si riferisce è probabilmente dettata dalla mancanza di sfarzo dei cenoni che vedono riuniti a tavola tutti i membri vicini e lontani dello stesso ceppo familiare, io credo che più che sobrio, il Natale che è ormai alle porte sarà un Natale di tregua. La guerra che combattiamo ormai da quasi un anno sembra voglia permetterci per quanto possibile di tornare a passeggiare per le strade, a sorriderci con gli occhi da lontano, a sfiorarci i gomiti per avere un contatto umano. Sono piccole cose ma credo che ne abbiamo bisogno tutti e se fatte con coscienza e osservando le regole anti contagio possono permetterci di ritrovare la serenità, diminuire lo stress e la preoccupazione e migliorare la qualità delle nostre relazioni inter-personali.

Non so se sarà sobrio ma sicuramente Natale 2020 sarà un natale di emozioni sentite appieno, del resto apprezziamo le cose importanti solo quando ci vengono negate o tolte. Gli scorsi anni si pensava a fare il regalo più bello e la tavola più imbandita, Quest’anno si pensa a sé, ci permetteranno di riabbracciare i nostri cari? Soprattutto quelli che abitano lontano? Credo che la lista delle priorità sia cambiata, forse questa pandemia è servita a ricordarci una cosa che ormai tutti avevamo dimenticato:   l’Amore è la giusta via da percorrere.

Con l’avvicinarsi delle feste di solito si verifica un aumento di   stati d’ansia e depressione nelle persone, chissà, forse quest’anno potrebbero registrarsi dati differenti.

 

Può darci qualche consiglio per affrontare questo particolare periodo arancione,   rosso in senso cromatico per il governo, ma sempre rosso scuro, più intimistico, nei desideri di tutti noi?

Sicuramente quello di non lasciarsi andare agli eccessi, di nessun genere e tipo.

Il troppo, si sa, storpia, quindi il mio consiglio è quello di restare centrati su sè stessi e sulle proprie e reali esigenze.

Abbiamo bisogno di rivedere i nostri cari? Benissimo ricongiungiamoci con loro in piccoli gruppi, Teniamo a mente di avere cura delle categorie maggiormente a rischio di contagio, proteggiamo noi stessi ma ancor di più chi amiamo davvero.

Abbiamo necessità di uscire a fare una passeggiata? Preferiamo orari meno gettonati dai più così da poter godere appieno del posto in cui scegliamo di andare e della pace interiore che il ricongiungerci coi luoghi che amiamo può darci.

Natale vuol dire famiglia, vuol dire amore, pensiamo ai gesti d’amore che possiamo donare agli altri, sono proprio quei gesti che fanno bene a noi stessi.

 

Ringraziamo la dottoressa Nunzia Costanzo, la sua analisi e i suoi suggerimenti, ci aiuteranno sicuramente a trasformare questo periodo grigio e incerto in un tempo di Amore concreto: ove i gesti non sono acquistabili e il tempo diventa tangibile.

Buon Natale a tutti