Il ricordo di Giancarlo Siani promosso dall’Associazione UnicaMenteArte per la Legalità.

 

“IO NON VOGLIO DIMENTICARE” è lo spettacolo teatrale scritto da Corrado Taranto

e diretto da Claudio Iodice per ricordare Giancarlo Siani, il giovane cronista napoletano de “Il Mattino”, martire della giustizia, assassinato per mano della camorra e divenuto simbolo eloquente della lotta alla criminalità organizzata. Lo spettacolo inedito è interpretato dallo stesso Taranto insieme a Claudio Iodice, Vincenzo Scafuto, Dario De Gregorio, Tommaso Tuccillo, Andreina Raucci. Un rappresentazione teatrale davvero suggestiva che si inserisce nelle “Giornate della Legalità” promosse ed organizzate dall’associazione “UnicaMenteArte”, con tantissimi partner e media partner, e che sono state celebrate presso il Teatro dei Sacri Cuori di Afragola durante tutto il mese di dicembre, gennaio e febbraio, e che hanno coinvolto numerosi istituti scolastici dell’area nord di Napoli. Un’iniziativa resa possibile grazie alla Città Metropolitana diretta dal Sindaco Luigi De Magistris.

“Io non voglio dimenticare” è il racconto di una storia vera, quella della scomparsa di una giovane voce che voleva solo raccontare la verità. Ancora oggi, dopo 30 anni passati senza eccessivo clamore, si fa spazio una subdola volontà: quella di dimenticare. Come se fosse uno dei tanti spiacevoli incidenti di percorso, quasi a voler rendere tutto “normale”. Ed invece no! Noi non vogliamo che questa storia si affianchi a quella dei tanti con nomi che oramai non si pronunciano più. Tutta brava gente, tutti martiri della verità. Vite stroncate, spezzate che noi tutti abbiamo il dovere di far continuare a vivere nel ricordo dei loro ideali.

 

Per questo, la storia di Giancarlo Siani merita di essere ricordata, raccontata, testimoniata per trasmettere quei valori della legalità che devono essere un faro soprattutto per i più giovani.

Giancarlo Siani nasce a Napoli il 19 settembre del 1959; frequenta le scuole superiori presso il Liceo Giambattista Vico; affianca alla cultura umanistica anche la conoscenza e la partecipazione ai gruppi politici della sinistra e ai movimenti non violenti.

            Inizia, come da antica prassi, a fare il cronista, a conoscere il mondo dell’emarginazione e della violenza, ad interessarsi del fenomeno della Camorra, bazzicando gli ambienti dai quali essa trae linfa vitale.

            Giancarlo Siani firma,  il 21 ottobre del 1980, il suo primo articolo sulle pagine de Il Mattino da Torre Annunziata, la cittadina vesuviana, che lo vede impegnato sino alla fine dei suoi giorni, nell’ osservazione e nella denuncia di quanto in quel territorio avviene. Giancarlo Siani constata, nella vita civile e sociale dell’antico centro industriale, la graduale eclisse di attività industriali e commerciali. Gli inizi di questo suo apprendistato giornalistico coincidono con gli anni in cui la Campania è macerata da una sanguinosa guerra di gruppi camorristici

            Dal 1980 al 1985, tutta la vita di Giancarlo si svolge tra le stradine del porto, degli antichi quartieri, tra le stanze degli uffici pubblici e la caserma dei carabinieri, da cui attinge notizie di prima mano.

La sua passione giornalistica è tale che negli anni 1983 e 1984 si affaccia anche all’Università Popolare di Napoli ed inizia la collaborazione al periodico «Osservatorio  sulla  camorra»,  fondato  dal  docente  universitario  Amato Lamberti.

La sera del 23 settembre 1985 Giancarlo Siani viene ucciso sotto casa, mentre è ancora al volante della sua Mehari. Da pochi giorni aveva compiuto 26 anni.

In un articolo, su “Il Mattino” del 10 giugno 1985, Siani dichiara che l’arresto del boss Valentino Gionta è avvenuto  grazie ad una soffiata da parte di esponenti del Clan Nuvoletta presso la caserma dei carabinieri. L’arresto di Gionta è stato l’inevitabile prezzo che i Nuvoletta pagano al boss Antonio Bardellino,per assicurarsi un patto di non belligeranza. La pubblicazione dell’articolo suscita le ire dei fratelli Nuvoletta che, agli occhi degli altri boss partenopei e di Cosa Nostra, fanno la figura degli “infami”, ossia di coloro che, intrattenendo rapporti con le forze di Polizia, infrangono il codice degli uomini d’onore della mafia. Da quel momento, i capo-clan Lorenzo ed Angelo Nuvoletta decidono di  eliminare il giovane giornalista Giancarlo Siani.

La sua produzione giornalistica, benché molto giovane,  fu intensa : dal mese di giugno del 1979 al 22 settembre del 1985 ben 651 articoli furono da lui firmati.

 

Ecco, cosa si intende ricordare e celebrare nelle “Giornate della legalità”: la vita e la testimonianza di un eroe del nostro tempo, che ha saputo abbracciare la propria missione di vita fino in fondo. A questo proposito il presidente del Circolo degli Universitari, dott. Salvatore Iavarone, afferma:  “Giancarlo Siani rappresenta per i giovani un esempio importante di coerenza, coraggio e professionalità. Un eroe dei nostri giorni, da ricordare con sempre maggiore risonanza, perché estremamente prossimo ai giovani di ogni tempo”. Ed il regista, Claudio Iodice, continua: “E’ stata un’emozione unica poter parlare di Giancarlo Siani, attraverso un testo inedito del maestro Corrado Taranto. Avvicinarsi alla sua figura, cercando di ricostruirne in maniera fedele il contesto sociale e familiare contestuale alla sua morte, è stato un lavoro di grande impegno e responsabilità”. Conclude poi Vincenzo Scafuto, presidente dell’Associazione UnicaMenteArte: “Giancarlo Siani nella sua coerenza, professionalità e dedizione rappresenta l’esempio credibile di chi sa abbracciare appieno la propria missione di vita, salvaguardandola a tutti i costi, proteggendola dalla contaminazione del sopruso, dell’intimidazione, della corruzione”.         

Non solo uno spettacolo teatrale ma anche una mostra fotografica su   Giancarlo Siani dal TITOLO “ri-Scatti”, il tutto presso il Teatro Italia di Acerra.

L’itinerario espositivo è strutturato in modo da offrire al pubblico la possibilità di ripercorrere ed approfondire alcuni momenti salienti della vita e della carriera giornalistica di Giancarlo Siani .Scatti inediti di vita privata sono accompagnati da alcune foto che lo ritraggono impegnato a fare il giornalista, a bordo della sua Mehari, foto che sono  entrate  a far parte dell’immaginario collettivo giovanile della contemporaneità. Per la prima volta sarà consentito al grande pubblico di ammirare alcuni momenti più toccanti ed intimi del giovane Giancarlo, in famiglia tra i suoi cari, con gli amici del Liceo, con i suoi amori, le sue passioni, i suoi concerti. Potremmo ammirare così i suoi occhi gioiosi, la cui immagine di bellezza e di vitalità sarà conservata per sempre nel cuore di migliaia di giovani napoletani e di ogni parte del mondo.

 La mostra fotografica, prodotta dalla famiglia Siani, è stata così presentata dal fratello di Giancarlo, il dott. Paolo Siani:

“Abbiamo riaperto i nostri album di famiglia, dove le foto, spesso in bianco e nero, e sbiadite dal tempo trascorso,  raccontano la nostra vita. Le foto di Giancarlo non sono molte, si fermano inesorabilmente ai suoi 26 anni, ma sono abbastanza per raccontare la sua breve vita, una vita normale, vissuta con gli amici in vacanza, a scuola, con Daniela, Enrico, Sergio, Gaetano, Roberto, Chiara e tanti altri, di cui non ricordo più il nome. Vita vissuta con allegria, come è normale che sia per un ragazzo di 20 anni.

Ci siamo affidati a vecchie foto, perché siamo convinti che le foto, più di tante parole, siano capaci di raccontare il tempo trascorso, e riaccendere in noi ricordi ed emozioni ed evitare che l’oblio copra il nostro passato.

Abbiamo deciso, per la prima volta, dopo 31 anni, di raccontarvi Giancarlo, quello vero,  quello che voleva fare solo il giornalista, con la sua strana auto, la Mehari verde, comprata usata in Emilia Romagna.

Sappiamo bene che  tuffarsi nei ricordi spesso ci  fa male, ma abbiamo sentito il bisogno, dopo tanti anni, di aprire gli album dei nostri ricordi per farvi conoscere mio fratello, che non voleva essere un eroe ma solo un giornalista.

Lo abbiamo fatto per tenere vivo il ricordo  di Giancarlo, il suo sguardo, il suo sorriso, la sua faccia pulita e con lui i volti delle vittime innocenti della criminalità”.