La libertà è la mia vita e il mio spirito si spegne dove termina la libertà.
La libertà non è concetto legato ad un arbitrario assolutismo individualistico, essa è autentica quando costruisce al proprio interno, limiti, criteri, autodiscipline che conferiscono valore verso l’esterno, verso gli altri.
È più facile ma schiavizzante agire in uno schema predeterminato (politico, culturale, artistico) che dall’alto impone principi e divieti all’uomo rendendolo succube di quel sistema (di valori, di criteri, di indirizzi di pensiero) piuttosto che essere liberi avendo coscienza del peso e della natura di tale responsabilità, verso se stessi e gli altri.
Un uomo può dirsi libero quando conosce il limite della sua libertà, autoderminadosi ad essa attraverso lo studio, i principi di civiltà individuali e collettivi, quando sente che le proprie azioni possono avere e acquisire senso solo nella comunità in cui è calato e vive. Non è libero l’uomo che distrugge il pensiero e la libertà dell’altro, pretendendo di esercitare in maniera autoritaria un valore che intrinsecamente si oppone a questa visione.
La libertà, dunque, può definirsi un dono prezioso solo quando è percepita in un contesto culturale e sociale che si nutre di valori di partecipazione, tolleranza, solidarietà; valori che nascono dal basso e vivono solo se la comunità li persegue. Ciò che viene imposto dall’alto,
anche con un supposto consenso popolare, avrà vita difficile e perigliosa, per tutti.

Domenico Setola (dottore in giurisprudenza e studioso di storia medievale e moderna)