Siamo studenti del Liceo “Gandhi”, Istituto con quattro indirizzi liceali sul territorio di Casoria, in provincia di Napoli.

Il nostro Liceo si propone, tra le altre cose, di sviluppare capacità e competenze per aiutare le giovani generazioni ad affrontare la complessità della realtà moderna e stare al passo con il progresso culturale, economico e tecnologico e a diventare cittadini consapevoli, responsabili e attivi.

La mission dell’Istituto si può riassumere in 4 obiettivi principali: inclusività; digitalizzazione; sviluppo delle competenze di cittadinanza; sostenibilità. Questo ultimo, ma non meno importante, obiettivo ha attratto la nostra attenzione. Si sente tanto parlare oggi di cambiamenti climatici, effetto serra, inquinamento, energie rinnovabili, ma spesso in modo generico e senza comprenderne fino in fondo il reale impatto sulla nostra esistenza e su quella delle future generazioni. A tal proposito la nostra scuola ha aderito alla partnership “Green Schools National Network” promossa da ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). A livello locale l’Istituto ha organizzato e partecipato ad eventi/progetti sui problemi ambientali, come per esempio: Green hour 2021 – sostenibilità, futuro e partecipazione.

Quest’anno il nostro Istituto, in partenariato con Turchia, Portogallo e Grecia partecipa al progetto Erasmus plus “Carbon Footprint Optimization” finanziato dalla Comunità Europea. Le attività umane producono anidride carbonica e altri gas serra che rilasciati nell’atmosfera causano cambiamenti climatici e riscaldamento globale, la quantità di gas serra e anidride carbonica prodotte da singoli individui, da un intera città o un’istituzione viene chiamata impronta di carbonio ‘Carbon footprint’. Scopo del progetto è creare consapevolezza riguardo l’impatto che le attività quotidiane dei singoli e delle grandi comunità hanno sull’ambiente, ma soprattutto sulle contromisure e buone pratiche che possono contribuire alla riduzione della nostra carbon footprint. Scambi di informazioni e buone pratiche si sono tenute e si terranno con i Paesi del partenariato Erasmus; lezioni, PON, conferenze, sono state realizzate sull’argomento. È questo il contesto nel quale si inserisce la serie di conferenze tenute nella nostra scuola dal Dottor Caputo Gaetano, geologo e docente presso il Convitto Nazionale di Napoli.

Il dottor Caputo si occupa ormai da anni del progetto ”Dalla terra dei fuochi al cambiamento climatico” del quale ha fatto una missione di vita.

Al termine di una delle sue conferenze tenute al Liceo Gandhi, il nostro gruppo di studenti partecipanti al Progetto Erasmus lo ha intervistato per capire meglio e trasmettere ad altri i risultati delle sue ricerche che conduce con dedizione, impegno instancabile e caparbietà.

Abbiamo chiesto al professore di esporci in prima persona l’importanza e la finalità del suo nuovo progetto:

“Di cosa si occupa specificamente il suo progetto?”

“Il progetto didattico “I cambiamenti climatici e le conseguenze sull’uomo. Il caso dell’Antartide è un progetto che ho elaborato durante la SPEs, svolta presso l’Università di Siena e il MNA, e che porto nelle scuole ormai da diversi anni. Sono fermamente convinto che la scuola possa fornire un importante contributo nel rendere consapevoli e operativi i giovani, attraverso attività didattiche integrative, laboratoriali e lo studio dell’ambiente. Bisogna puntare sui giovani per migliorare la loro percezione del concetto di ambiente e danno ambientale, per arrivare alla conoscenza della transizione ecologica ed energetica. Il percorso didattico prevede un approfondito studio riguardo l’inquinamento derivante dagli incendi dei rifiuti, combinato a quello delle industrie, scarichi urbani e delle discariche non controllate. Poi il focus si sposta sull’inquinamento atmosferico dovuto ai gas serra, soprattutto CO2, responsabili dell’innalzamento delle temperature e, quindi, del cambiamento climatico, per arrivare, infine, alle Scienze Polari e alla fusione dei ghiacciai Antartici e italiani. Successivamente si passa alle dinamiche ambientali, i cambiamenti climatici indotti dall’uomo e i disastri che ne derivano (nesso tra aumento della temperatura terrestre, desertificazione, innalzamento del livello del mare e dissesto idrogeologico)

Partendo da ciò ci siamo interessati in particolare alla Campania, la nostra Regione, e alla nostra stessa zona per toccare un tema che ci è particolarmente caro dato il nostro diretto coinvolgimento e per saperne di più:

“Cosa si intende per “terra dei fuochi” e brevemente qual è la situazione nella nostra regione?”

Per Terra dei fuochi si intende un’area in cui si è avuto un elevato aumento della percentuale di inquinamento, causato dallo smaltimento incontrollato dei rifiuti e dai roghi tossici, cioè incendi appiccati ai cumuli di rifiuti, che hanno provocato la dispersione di sostanze nocive e inquinanti nell’atmosfera. Oggi, fortunatamente, il fenomeno è monitorato e molto si è fatto e si sta facendo per contrastarlo.

“Quanto è efficiente in Campania lo smaltimento dei rifiuti?”

“La situazione dello smaltimento dei rifiuti in Campania risulta variegata a livello territoriale. In generale, c’è un buon recupero degli obiettivi stabiliti dal PRGRU. Attualmente la percentuale di raccolta differenziata si è attestata su valori che vanno oltre il 55%. Tale risultato risulta essere buono se si prendono in considerazione le molteplici difficoltà, soprattutto quelle di tipo territoriale.”

Il nostro obiettivo si è dunque spostato sul tema delle energie rinnovabili per capire se possano rappresentare un’alternativa valida e realizzabile ai combustibili fossili che tanti danni hanno causato e continuano a causare sul nostro pianeta: 

“Secondo lei le difficoltà legate all’uso eccessivo di combustibili fossili potrebbero dare un impulso all’utilizzo delle fonti d’energia rinnovabili?”

“I ritmi di immissione di gas (in particolare i gas ad effetto serra) e altre sostanze prodotte durante la combustione di combustibili fossili inducono i diversi Paesi, membri o meno dell’UE, ad utilizzare sempre di più fonti di energia rinnovabili. Ad esempio, l’energia eolica offshore, che viene prodotta da parchi eolici costruiti in mare aperto e che sfruttano la forza del vento, è una buona soluzione. Ma ci sono altre forme di energia come la geotermica, l’eolico, il solare ecc. Ogni Paese può scegliere, soprattutto in base alla sua conformazione orografica, all’esposizione ai venti, ai raggi solari, alla latitudine, alla vicinanza al mare e così via, quella più consona al proprio territorio oppure più soluzioni tecniche interconnesse da un opportuno sistema di reti.”

“Cosa si potrebbe fare per incentivare un’efficace transizione energetica?”

“Passare da un sistema energetico basato sull’utilizzo di combustibili fossili, come il carbone, il petrolio, i gas, ad uno basato su fonti rinnovabili, senza un’adeguata rete di infrastrutture, sistemi di immagazzinamento e un utilizzo più razionale dell’energia non è facile. Inoltre, anche gli edifici dovranno essere adeguati a nuovi standard di risparmio energetico e riqualificazione, così come previsto dal recente assetto normativo dell’UE. Per attuare tutto ciò è evidente che occorrono incentivi e politiche che premiano, ad esempio, i prosumer, cioè chi consuma e produce energia. Sarà una transizione “complessa” ma non impossibile da attuare.”

“Quale ruolo ha oggi l’energia nucleare nella produzione di energia? Può in un futuro prossimo sostituire i combustibili fossili?”

“Attualmente l’energia nucleare è la seconda fonte di energia a basse emissioni di carbonio e costituisce una buona percentuale della produzione di energia elettrica globale. Ad oggi ci sono Paesi in cui si stanno costruendo nuove centrali nucleari e altri invece, in cui si sta mettendo in pratica una politica di dismissione di tali impianti. Le nuove centrali nucleari risultano più attraenti dove la richiesta di energia è in aumento e le risorse alternative sono insufficienti. Altri Paesi, invece, hanno messo da parte l’energia nucleare dal loro mix energetico a causa delle forti preoccupazioni riguardo la sicurezza e il problema, non secondario, dei rifiuti nucleari che, inevitabilmente, devono poi essere recuperati e smaltiti.”

“Possono le energie rinnovabili sostituire totalmente l’uso dei combustibili fossili?”

“Per ottenere la transizione energetica e dirigersi verso la produzione di energia più sostenibile, non è possibile eliminare direttamente i combustibili fossili. Attualmente non possiamo permettercelo. Possiamo, però, prevedere un processo graduale di abolizione delle fonti fossili, sostituendole con quelle rinnovabili. Per fare ciò, è necessario garantire al nuovo sistema di approvvigionamento la dovuta stabilità, efficienza e adattamento al cambiamento mediante azioni strutturali e normative.”

“Esistono ricerche per trasformare i rifiuti in fonti di energia?”

“Dai rifiuti si può ottenere energia e molte ricerche sono condotte in tal senso. Ovviamente alla base deve essere eseguita una buona raccolta differenziata dei rifiuti (plastica, carta, organico, metalli ecc.). L’utilizzo di questi materiali differenziati comporta, però, aspetti positivi ma, al contempo, anche negativi. Ad esempio, la plastica può essere utilizzata direttamente e questo è un aspetto positivo, ma risulta difficile trovare aree dove ubicare gli impianti di trasformazione, che hanno un costo elevato di gestione. Inoltre, tale procedura consente la formazione di inquinanti organici come diossine e furani in grado di persiste nell’ambiente e bioaccumularsi e che per essere eliminati c’è bisogno di filtri tenuti sempre in perfetto stato di funzionamento. Si può utilizzare la tecnologia della gassificazione, che fonde la plastica a temperature molto elevate, quasi in assenza di ossigeno. Questo processo genera un gas utilizzato per azionare le turbine, ma, siccome il gas naturale è molto economico, tali impianti non sono competitivi. Un’interessante tecnologia è la pirolisi, in cui la plastica viene frantumata e sciolta a temperature più basse rispetto alla gassificazione e in presenza di ancora meno ossigeno. Le alte temperature disuniscono i materiali polimerici in sostanze più semplici, che possono essere raffinati producendo prodotti petrolchimici, compresi nuovi materiali plastici. Anche dal riciclo della carta può essere generata una buona percentuale di energia ed eliminare, al contempo, l’immissione di grossi quantitativi di CO2 in atmosfera. In definitiva le ricerche sono proiettate verso l’uso di materiale riciclato da trasformare, successivamente, in energia.”

“Cosa potremmo fare nel nostro piccolo per incrementare la sostenibilità ambientale?”

“Innanzitutto dobbiamo puntare sul risparmio e sull’efficienza energetica, che rivestono un ruolo determinante nel processo di decarbonizzazione. Rendere, altresì, gli edifici quanto più possibile indipendenti e autosufficienti dal punto di vista energetico. Diminuire lo spreco alimentare, ridurre, riusare e riciclare i materiali, eseguire una attenta differenziazione dei rifiuti, utilizzare i mezzi di trasporto pubblici e tanto altro ancora. Insomma ognuno può fare la propria parte.”

È proprio ciò che noi studenti ci auguriamo: che tutti comprendano l’importanza vitale di ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente per consentire anche alle future generazioni di vivere in modo sostenibile e responsabile in un mondo più sano.

Concludiamo ringraziando in primo luogo il Prof. Caputo Gaetano per essere stato molto disponibile nei nostri confronti e per aver risposto in maniera esaustiva a tutte le domande poste. Infine ringraziamo anche la nostra dirigente scolastica Prof.ssa Anna Errichiello per averci dato la possibilità di svolgere quest’attività nel nostro plesso.

Grazie a tutti per l’attenzione e per il vostro tempo e ricordiamoci che il cambiamento parte dal basso, dai piccoli gesti, da piccoli passi: non sottovalutiamo la forza del singolo e non aspettiamo che siano gli altri a fare ciò che è giusto. Come diceva il grande “Mahatma” Gandhi: siate il cambiamento che volete vedere nel mondo.