Le reti virtuali invitano e per lo piu impongono di essere facili, brevi, pur di captare l’attenzione dell’occhio virtuale altrui.Il principio assoluto diventa la velocità a scapito della lentezza intransigente del pensiero, della analisi, della giusta comprensione. Ciò non più che incidere e condurre , nel lungo periodo, a un travisamento di ogni meccanismo di lettura e interpretazione del testo, poiché ci si abitua lentamente ad un approccio meccanicistico che disabilita l’attenzione, la giusta concentrazione, che possano darsi e realizzarsi solamente in un campo di lettura meditata e un auspicabile silenzio.La conseguente “relativizzazione” del contenuto culturale porta ad un progressivo assottigliamento delle facoltà primarie di una intelligenza critica che mal si conciliano a questo moltiplicatore virtuale di “messaggi spot”.Queste potenzialità che il virtuale può dare, come l’allargamento della conoscenza, raggiungendo in pochi secondi ogni angolo del mondo, rischia di tradursi in un notevole depotenziamento che comporta,  a cascata, un inaridimento delle conoscenze individuali e di massa. Se sul quotidiano, il giornale, il lettore era costretto a seguire un discorso articolato, complesso, creandonsi un campo di pensiero sul testo, ciò non può avvenire allo stesso modo su un articolo on line che si presta da sé, non di rado, ad una frettolosa lettura che invoglia, per opposti, lo scrivente ad una semplificazione che diventa, in realtà, una banalizzazione del messaggio che si intende veicolare. Questo procedimento, processo, che pare inarrestabile, mette in crisi soprattutto le nuove generazioni che non hanno una pietra di paragone col passato, ove vigeva un sistema di apprendimento e acculturamento attraverso i canali classici, letture di libri, riviste, biblioteche.A far da contraltare paiono aumentare incontri dal vivo di presentazioni di libri, reading di poesia, che portano la persona al confronto reale con l’altro, il solo che può recare un vero arricchimento e qui la rete è uno strumento efficace di diffusione di queste lodevoli iniziative.Come sempre è accaduto nella storia dell’uomo, il futuro è nelle sue mani, e sta alla sue scelte programmare cosa sarà la cultura di un paese nel futuro. Se saprà cogliere i lati migliori di questi strumenti potenti di comunicazione, tralasciando le potenziali variabili negative del loro uso, sopra generalmente accennate e descritte.La partita si gioca su questo doppio binario uomo/macchina e solo l’uomo potrà decidere chi sarà a prevalere sull’altro.
Domenico Setola ( dottore in giurisprudenza e studioso di storia medievale e moderna)