di Salvatore IAVARONE – consigliere ATO Napoli 1 per la gestione dei rifiuti

 

 

L’attuale emergenza sanitaria legata al Covid 19, non ci libera da altre emergenze storiche legate al nostro territorio, anzi, questo periodo deve essere utilizzato per fotografare le tante criticità della nostra regione, e per programmare seriamente le azioni da mettere in campo per la ripresa. La crisi dei rifiuti in Campania è oramai una vera emergenza storica, che ciclicamente si ripropone in tutta la sua grandezza, dimostrando anche l’incapacità di oltre trenta anni di politica nel risolvere definitivamente una questione, che si è trasformata troppo spesso anche in un serbatoi economico per la camorra.

Produciamo circa 2.627.864,879 tonnellate di rifiuti all’anno.

La raccolta differenziata è cresciuta dal 37% del 2011 al superamento del 50% nel 2016, aumentato ulteriormente in questi ultimi anni. La provincia più green resta Benevento (oltre il 70%), seguita da Salerno ed Avellino (oltre il 60%), segue Caserta e fanalino di coda la provincia di Napoli che paga il prezzo di una città capoluogo troppo urbanizzata ed una provincia con una densità abitativa altissima.

Abbiamo in Campania 13 impianti per il recupero e il trattamento dell’umido, di cui 4 di compostaggio, 2 di Trattamento integrato aerobico e anaerobico e 7 di Trattamento meccanico biologico (TMB). Oggi il problema resta l’impiantistica, carente, che ci costringe a portare i nostri rifiuti fuori regione.

L’esempio emblematico è legato alla frazione dell’umido, che aumenta ogni anno, con l’aumentare della raccolta differenziata, che rappresenta la quantità e il peso maggiore e che è una grande opportunità economica per le imprese che investono in questo settore.

Ovviamente mancano anche le strutture per il trattamento di altre tipologie di rifiuti come Carta, Cartone, Plastica, Vetro Alluminio, Pneumatici, ingombranti ecc

Serve un piano di finanziamenti mirato per la green economy, incentivi in questi settori, ma soprattutto un’area di insediamento produttivo mirata per questo settore e la sburocratizzazione per la nascita di imprese private.

La soluzione non può che essere questa, con una regia unica degli ATO per la gestione dei rifiuti, i rifiuti possono essere una grande ricchezza per il territorio, in termini economici ed occupazionali, ma bisogna anche incentivare sturtup giovanili per lo studio dei materiali recuperati e riciclati. Serve un piano regionale, coraggioso ed ambizioso, questa la sfida dei prossimi cinque anni, per fare della Campania un modello non solo nazionale nella gestione dei rifiuti.