Intelligenza artificiale: uno spunto di riflessione
Si potrebbero fare tante considerazioni ma mi limito a circoscrivere il mio pensiero, sintetizzandolo in poche parole. L’IA diventerà un ulteriore e potente strumento nelle mani del potere, il cui utilizzo sarà dominio di un ristretto gruppo di élite che ne trarrà vantaggi esclusivi con conseguente esclusione di ampi strati delle popolazioni, soprattutto le più disagiate. Questo accadrà nel breve-medio periodo, nel lungo saranno le scelte degli Stati più avanzati a determinarne l’andamento, a mitigarne gli effetti. Se a fronte di questo strumento non si darà spazio alla creazione di “nuovi lavori” in tutti i settori o in altri da fondare, immaginare, costruire, la conseguenza non sarà che una disastrosa disoccupazione che metterà in ginocchio molte più persone di quanto, ora, se ne possano immaginare. Poiché una ulteriore spinta versa la iperspecializzazione e divisione del lavoro consentirà solo a pochissimi di svolgere un compito che, prima, poteva essere svolto da molti o, quanto meno, non da pochi. Se la sfida che teorizzò saggiamente Foucault, molti decenni fa, è quella tra uomo e macchina, c’è da temere che la seconda possa completamente soppiantare l’uomo, il suo lavoro, la sua dignità.
Domenico Setola