di Carla Rocco

 In questo tempo di quarantena scienziati, attori e politici sono bombardati di interviste. L’opinione pubblica tende le orecchie al pensiero dell’uno o dell’altro, i giovani, il futuro del nostro Paese, ancora una volta, sono stati messi in disparte.

È stato bello per me, attraverso una video-chiamata, fare una chiacchierata con due giovani del nostro territorio, soprattutto, è stato commovente scoprire che in futuro basterebbe davvero poco per far partire e finalmente integrare i giovani nel nostro tessuto produttivo.

Antonio e Domenico, attori e collaboratori della compagnia teatrale “La Fenice teatro e cultura”, vivono la quarantena in modo totalmente diverso: Antonio ha dato spazio alla sua creatività, gettando le basi per un lavoro teatrale; Domenico, al contrario, si è scoperto introverso, vivendo la staticità dei giorni con un po’ di sofferenza.   -In ogni caos c’è cosmo, in ogni disordine un ordine segreto cit. Jung- Ecco! In questa prospettiva viviamo il nostro tempo, è caos? O disordine? Attraverso Antonio e Domenico la citazione di Jung trova attuazione. I nostri giovani stanno scoprendo i loro punti di debolezza e i loro punti di forza, usciranno da questa emergenza un po’ disorientati ma ricchi di idee per ripartire, il problema saranno gli adulti che rivestono ruoli decisionali: saranno in grado di ascoltarli? Si aprirebbe uno scenario del tutto nuovo! Antonio e Domenico sono lo specchio di tutti gli altri ragazzi che stando in casa, soffrono, creano, a volte piangono, ma il mondo non ha mai voluto vedere, non ha mai dato ascolto alle voci dei giovani, futuro della società. Il covid-19 ci sta educando all’importanza della comunità, mancante in questo periodo e allo stesso tempo desiderata. Nella ripartenza del Paese si potrebbero attuare nuove politiche giovanili si potrebbe pensale ad azioni volte a sostenere nuove idee, nuove forze, non solo con la mera erogazione di fondi ma in azioni di sussidiarietà generazionale, ove “i navigatori esperti” nei vari settori accompagnino con la loro esperienza le nuove idee, una nuova socialità dal sapore antico: i saggi accolgono i meno esperti per guidarli sulla via dell’esperienza. Ad oggi, la sussidiarietà si applica solo in termini verticali e soprattutto economica. Cambiamo prospettiva: impegniamoci verso una prospettiva di sussidiarietà orizzontale e generazionale.