Jean-Jacques Annaud nel lontano 1981 portò nelle Sale cinematografiche un film ambientato nel paleolitico e da cui ho tratto ispirazione per il titolo di questa riflessione. Fantasioso il soggetto, bellissima la pellicola, interpretata egregiamente, nel 1982 vinse il Premio Oscar. Il Fuoco ha ispirato anche la nostra terra, quella che dalla provincia di Napoli arriva alla Provincia di Caserta, dal nolano alla Terra di lavoro per arrivare al mare di Castel Volturno “La Terra dei fuochi”. All’inizio cominciarono a nascere qua e là una serie di incendi, sempre di natura dolosa, di materiale delle più disparate origini, in particolare copertoni di auto. L’aria spesso diventava irrespirabile nelle zone periferiche delle città che fanno parte dell’Impero dei fuochi e la diossina in molti periodi ha sostituito abbondantemente l’aria resa già irrespirabile dal CO2 emesso dagli scarichi delle auto o dalle industrie. Intorno ai fuochi che producevano diossina come quelli d’artificio, all’interno del titolo “La terra dei fuochi”, s’inserì in modo preponderante l’inquinamento conseguenziale allo smaltimento illecito dei rifiuti di ogni genere, compreso quello di sostanze altamente tossiche. L’intera area colpita dal fenomeno ha percentuali di cittadini colpiti da tumori tra le più alte in Europa e compete egregiamente nel mondo. I fusti di materiale “speciale” da smaltire e che rappresentavano bombe ecologiche distruttive, sono stati interrati sotto campi coltivati, la stessa acqua inquinata è stata utilizzata per irrigare campi, nel mare è arrivato di tutto e noi, cittadini, ostaggi dei feudatari del malaffare ecologico, abbiamo bevuto, respirato, mangiato, toccato, tutto quello che di peggio si possa immaginare. Acerra, il centro di quella Campania Felix, sempre decantata per la sua fertilità e la ricchezza dei prodotti è stata devastata insieme all’Agro-Nocerino-Sarnese, la Terra di lavoro nel casertano. Un silenzio assordante si è levato dalle Istituzioni, spesso, troppo spesso, amici e compari dei “Duchi” dei rifiuti e solo in rare eccezioni, l’impegno di pochi contro i tanti ha rivitalizzato aree e periferie. Ricordo il giorno della riapertura del Cantariello e la sua bonifica, speriamo solo si possa rilanciare l’intera area oggi ancora in mano a chi lotta la civiltà con la stessa foga con cui i cittadini onesti lottano l’inciviltà, non dimentichiamo la chiusura della strada del Cantariello da Casoria, zona Ucicinemas ad Afragola verso l’Ikea per i rifiuti ai lati della strada. Oggi, uno dei maggiori artefici della lotta ai clan, a politici corrotti, a imprenditori senza scrupoli, a cittadini incivili di ogni razza o etnia, parlo del Generale di Brigata Sergio Costa, dal 2014 a capo della lotta alle Ecomafie, è oggi Ministro dell’Ambiente. Ha promesso il Ministro costa, l’impiego dell’esercito per difendere i nostri territori dagli assassini ecologici e i loro affari, speriamo accada davvero. Sono sicuro che i Siti impegnati nella raccolta di rifiuti, protetti dai militari, difficilmente saranno preda di delinquenti senza scrupoli pronti a incendiare, inquinare e devastare. Il reato ambientale è di per se una tentata strage che colpisce senza scrupoli tutti noi, dall’età più tenera agli anziani. La reputo una svolta epocale e noi cittadini, cronisti, uomini e donne impegnati nelle Istituzioni, abbiamo il dovere di sostenere il Ministro Costa, il coraggio di questa scelta. Lo stesso dice «lo Stato deve intervenire in maniera muscolare, è arrivato il momento di dire “mò bast”, per dirla in napoletano», oggi è il momento di dimostrare da che parte stare, se al suo fianco e dalla parte dei cittadini oppure di chi ha sulla coscienza la vita di tantissime persone, siano essi delinquenti o rappresentanti corrotti delle Istituzioni. La politica non c’entra, dalle nostre parti è diventata una questione di vita o di morte.

Gianni Bianco