Antonio Navatta e Giuseppe Cuccurese (Gev Campania)


Domani, 21 aprile 2023, noi Giovani Europeisti Verdi della Campania saremo in visita presso il sito archeologico di San Carminiello ai Mannesi, per far scoprire tale realtà a tutti i nostri attivisti e iniziare una battaglia per l’apertura di un luogo, dall’altissimo potenziale e dalla grande storia, dimenticato da tutti. Con questo articolo proveremo a raccontarvi di cosa stiamo parlando e dell’importanza di questa sfida.
La storia di città antiche come Napoli è rappresentata da un susseguirsi di livelli che si sovrappongono l’uno sull’altro, non solo dal punto di vista archeologico, ma anche nella vita e nel ritmo di un luogo bimillenario, in cui gli strati più remoti della città si accompagnano alle fasi più recenti della vita cittadina, come risulta in maniera piuttosto evidente nel centro antico della città.
In questa prospettiva, utile al nostro intento è presentare un’area archeologica particolare come quella di San Carminiello ai Mannesi, nei pressi di via Duomo. Il sito in questione è un vero e proprio unicum, dal momento che rappresenta una delle poche aree archeologiche a cielo aperto del centro antico di Napoli. Ancor più interessante è la storia di questo plesso, poiché i resti romani attualmente visibili sono venuti alla luce soltanto nel 1943, quando i bombardamenti degli Alleati distrussero l’antica chiesa di San Carminiello ai Mannesi, costruita probabilmente nell’Alto Medioevo e inglobata in un edificio più tardo nel corso del XVI secolo.
Ciò che è emerso “grazie” ai bombardamenti sono i resti di un’antica costruzione di epoca romana, con resti databili tra il I e il IV secolo d. C. Il plesso fu sede di abitazioni private, ma ospitò anche depositi, un impianto termale (data la presenza di condutture idriche e di vasche di marmo) e un piccolo mitreo, come risulta evidente da uno stucco che raffigura il dio Mitra che sacrifica un toro.
Attualmente, la gestione del sito è affidata alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Comune di Napoli.
Un luogo, com’è possibile notare dalla premessa, di un’importanza storica di non poco rilievo che in ogni parte del mondo sarebbe stato reso accessibile a tutti, curata e valorizzata in ogni suo singolo dettaglio. Ma da noi funziona diversamente, forse perchè pieni di bellezze architettoniche e artistiche, o forse perchè non capaci di vedere oltre il nostro dito e comprendere le potenzialità di determinati luoghi.
Oggi per poter visitare tale sito, e credetemi siamo stati temerari in questa sfida, servono circa due settimane e una complessa trafila burocratica. Vinta questa sfida peró sarà possibile visitare la Chiesa di Carminiello ai Mannesi solo dal lunedì al venerdì, previa autorizzazione e richiesta di cui sopra, fino alle 15:00 del pomeriggio. Uno spreco per il valore che questo luogo potrebbe avere, non solo culturale ma anche turistico. E, come se non bastasse, ad avvolgere tale struttura ad oggi troviamo anche un muro abusivo che ne rovina la visibilità e ne diminuisce il fascino.
La nostra battaglia, pertanto, verterà su questi punti e su questo saremo intransigenti. Tale luogo deve essere aperto a tutti e reso disponibile tutti i giorni della settimana, attraverso guide turistiche che ne possano raccontare la storia. Inoltre, sarà fondamentale far abbattere la costruzione abusiva che lo circonda per garantirne la massima visibilità e la migliore valorizzazione.