Nord e Sud dello stivale, sempre più differenze

 

Abbiamo chiesto al Sindaco di scrivere al governo per rimodulare il bando

 

di Salvatore Iavarone – Consigliere Comunale di Casoria

 

Con un Comunicato del 23 marzo 2021 sul proprio sito istituzionale, il Ministero dell’Istruzione annuncia un investimento strategico sull’edilizia scolastica di 700 milioni da destinare agli Enti locali per asili nido e scuole dell’infanzia.

 

Allo scopo, i Ministeri dell’Istruzione e dell’Interno con DM del 22 marzo 2021, ai sensi dell’articolo 1, comma 59, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, hanno emanato un avviso pubblico per la presentazione delle richieste di contributo per progetti relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici di proprietà dei comuni destinati ad asili nido e a scuole dell’infanzia e a centri polifunzionali per i servizi alla famiglia.

 

Tale avviso pubblico costituisce nei fatti il primo bando finanziato con i fondi Europei del Next Generation EU destinati all’Italia dato che, nei termini per la presentazione dei relativi progetti, è precisato che su tutti gli elaborati tecnici ed amministrativi dovrà essere riportata la dicitura “Finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU”.

 

Considerato che lo spirito della richiamata legge 160 del 2019, sia quello di rimuovere gli squilibri economici e sociali presenti nelle diverse aree del Paese e che le finalità dell’eccezionale stanziamento dei fondi NGEU siano destinati alla coesione e al superamento del gap di sviluppo tra le aree più sviluppate e quelle più depresse, individuate nel Mezzogiorno e nelle aree interne del Paese, si vuole qui ribadire che negli effetti applicativi il bando sull’edilizia scolastica,  di cui al succitato decreto 22 marzo 2021, tradisce profondamente nella sostanza sia lo spirito che le finalità per cui è stato emanato.

 

Nell’avviso pubblico si scopre, infatti, che Il 60% delle risorse da destinare alle aree periferiche e svantaggiate – per recuperare i divari esistenti – non sono calcolati sull’intero importo dei finanziamenti, bensì solo sul 80% di esso. Pertanto, con un artificioso annuncio, ed un gioco di scatole cinesi, si arriva a destinare il 48% dei fondi alle aree più svantaggiate ed il 52% alle aree più ricche del Paese.

Inoltre, a questa disposizione fa seguito purtroppo un’altra che lascia ancora più perplessi. Nell’allegato dei comuni con il più alto indice di vulnerabilità sociale e materiale, appaiono anche comuni che poveri non sono come Milano, Torino, Genova, Bologna, Bolzano, Aosta (solo per citarne alcuni), ma che presentando periferie in condizioni difficili, hanno il “diritto” di suddividere con i comuni più poveri del Paese il già sperequato 48% dei fondi.

Ma la vera beffa arriva con l’assegnazione dei punteggi per la formazione delle graduatorie. Si scopre, infatti, che ai 3 punti assegnati ad un comune che non ha un asilo (tipicamente i comuni del Mezzogiorno), vengono premiati con 4, 8 o 15 punti i comuni che, per disponibilità di bilancio o pianta organica, siano in grado di presentare uno studio di fattibilità, un progetto definitivo o esecutivo. Ma anche volendo competere in questa gara iniqua, data la differente disponibilità delle risorse comunali, quello che più indigna in questa legge è il punteggio premio  per i comuni più ricchi. Infatti, sono disponibili punteggi aggiuntivi fino 10 punti per quei comuni che avessero soldi a sufficienza per cofinanziare il progetto.

 

A fronte di quanto evidenziato in merito al DM in parola sugli investimenti per l’edilizia scolastica;

visti i termini e le modalità operative di partecipazione al bando del citato decreto; considerato lo spirito  della legge n.160 del 2019 richiamata dal DM in parola e le finalità con cui dovranno essere impiegati i fondi NGUE destinati all’Italia; non possiamo che considerare profondamente sbagliato ed ingiusto, nelle forme attuative in cui è stato concepito, in quanto tradisce profondamente gli obiettivi per cui tale decreto sia stato emanato.

Inoltre, considera tale decreto lesivo dei più elementari principi di equità nella ridistribuzione perequata delle risorse sull’intero territorio del Paese.

Per quanto detto, molte amministrazioni si stanno appellando al Presidente del Governo Mario Draghi, e ai ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e degli Interni Luciana Lamorgese affinché si adoperino al completo annullamento e ritiro del DM in parola,  ed alla sua totale riscrittura affinché sia aderente ai principi ed alle finalità delle leggi nazionali ed europee a cui si ispira.

Ho personalmente trasferito una nota al sindaco Raffaele Bene, affinchè anche Casoria provveda a far sentire la sua voce, insieme a tanti altri sindaci, per chiedere la verifica di questo bando rivolto ai comuni.