In tempo di Coronavirus quali consigli dare ai nostri lettori per gestire al meglio il ritiro obbligato?

La buona notizia è che la nostra mente ha capacità adattive molto efficaci che vengono messe in atto nel momento in cui si esperisce un problema, quindi in linea di massima ognuno a proprio modo troverà il suo adattamento. Ci sarà chi cercherà tantissime attività per impegnare il tempo (cucina, pulizie domestiche, attività sportive in streaming, lettura, bricolage …) e chi sceglierà di approfittarne per non fare seriamente niente; qual è il modo giusto? Non c’è! Va bene tutto secondo la disposizione personale di ciascuno. Quello che è molto importante, anche in una situazione stra-ordinaria come quella che stiamo vivendo, è cercare di mantenere delle routine, questo ci aiuta in qualche modo a creare una nuova organizzazione mentale e a tenere in ordine la nostra giornata dove vengono a mancare tutti i riferimenti precedenti. In qualità di psicoterapeuta voglio sottolineare l’importanza di preservare i propri confini personali e trovare uno spazio (mentale e fisico) di riflessione provando a pensare: cosa posso imparare da questa esperienza? Cosa ho scoperto, magari anche di piacevole? Ma soprattutto, cosa è importante che io ricordi quando tutto questo sarà finito? Il focus è diventare attenti a ciò di cui si ha bisogno, essere centrati e presenti a se stessi; che è un’attitudine sempre utile da sviluppare.

Allo stesso modo importante è mantenere contatti con le persone a noi care, e la tecnologia ci aiuta tanto in questo senso. Di sicuro tale prossimità non è paragonabile alla vicinanza fisica, ma di certo è un buon deterrente alla malinconia ed alle possibilità di alienazione.

Infine, è molto utile limitare l’esposizione alle continue, ininterrotte, pervasive notizie (talvolta di dubbia provenienza oltre che di dubbia qualità) che arrivano da ogni dove e con ogni modalità: da quella seriamente catastrofica alla satirica, passando per la previsionale. Sarebbe opportuno scegliere un solo momento della giornata da dedicare agli aggiornamenti, possibilmente scegliendo fonti ufficiali.

 

Quali difficoltà potremmo avere dopo una lunga quarantena in casa?

Oltre che del dopo sarei preoccupata anche del durante, poiché il dopo è il risultato di quanto vissuto in quarantena. In questo tempo tra le quattro mura si possono vivere diverse esperienze; di sicuro chi stava già male prima, in questa situazione di stress vedrà acuito il proprio malessere. C’è chi trascorre questo tempo da solo, chi col proprio partner e chi con la famiglia d’origine; se pensiamo agli adolescenti questo diventa un tempo complesso da gestire lontano dai propri contatti sociali. C’è chi deciderà di avere un bambino o chi deciderà di non averne più; chi vive relazioni coniugali problematiche o conflittuali forse deciderà di separarsi o forse di fare nulla. Ancora, chi si ritrova in difficoltà economiche avrà il peso di un ulteriore problema.

Bisogna considerare quindi, che la quarantena non è la stessa per tutti: dipende dai bambini, dalla qualità delle relazioni, da quanto siamo lontani dai nostri cari, dalla disponibilità a riempire il frigo, dalla possibilità di avere supporti tecnologici (internet, pc, netflix …), dalla qualità e quantità dei propri interessi. Ci sarà chi dopo quest’esperienza sceglierà di ridefinire le priorità di vita, chi deciderà di lasciare il lavoro che non gli è mai piaciuto per seguire i propri desideri o chi avrà esigenza di lavorare molto di più. Ci sarà chi ritornerà alla propria vita di prima, scegliendo di non cambiare nulla. Ci sarà una percentuale di operatori che lavorano in prima linea – ma anche in seconda se pensiamo ad esempio ai biologi – che potrà avere qualche difficoltà emotiva, tanto per risollevare la storica domanda “Chi ha cura chi si prende cura?”.

Per tali (e molte altre) difficoltà emotive e relazionali, diverse associazioni di psicologi hanno dato la loro disponibilità a fornire consulenze psicologiche gratuite in questa situazione di emergenza, una tra tutte e forse una tra le prime, Associazione Psicologi Responsabilità Sociale, per chi sentisse di aver bisogno di una consulenza, può inviare una mail a psicoresp@gmail.com.

 

Cosa suggerisce ai genitori, in particolare ai genitori di bambini piccoli?

Di coltivare pazienza e dare spazio alla creatività, risorse utili ad ogni persona. Per chi ha più di due bambini, di avere i nervi saldi, provare a dire qualche “No, adesso non posso”, e la possibilità di delegare –magari all’altro genitore.

Ai genitori di bambini piccoli – intendiamo prima dei sei anni, giusto per dare un riferimento – consiglio innanzitutto di spiegare il reale motivo per cui non si può uscire né si possono incontrare persone care. L’intento è di dare informazioni adeguate in un linguaggio a loro comprensibile. Anche i bambini, come noi, hanno momenti di particolare irritabilità o di tristezza; l’obiettivo è sempre dare il permesso di esprimere queste emozioni in qualità di adulti capaci di accogliere, rassicurare e contenere il carico emotivo. Ciò è possibile sostenendo le loro esigenze di movimento, di vicinanza affettiva o di gioco solitario.

I bambini più grandi hanno già una differente autonomia e qualche interesse in più. Anche loro hanno il diritto di sapere perché siamo chiusi in casa, ma è importante ridefinire le notizie apprese autonomamente attraverso una condivisione di informazioni con gli adulti, al fine di poter dare uno spazio a pensieri, preoccupazioni, fantasie ed emozioni che i ragazzi vivono rispetto a questo momento. Inoltre come dicevamo per noi adulti, è importante dare anche a loro del tempo per annoiarsi e fare niente; spesso è in questi momenti che si alimenta la propria energia mentale, lasciando terreno fertile alla consapevolezza di sé ed alla creatività.