Il Covid ha cambiato la nostra vita, ha modificato abitudini e stili di vita. Questo 2020 è davvero un anno da dimenticare, da medico come ha vissuto questo periodo di pandemia?

.Da medico ho vissuto e sto vivendo con grande trepidazione questo periodo di pandemia. A noi medici si chiede di essere eroi quando c’è bisogno del nostro apporto in momenti come quello che stiamo vivendo, ma io non mi sento affatto un eroe perché la nostra è una vocazione e i medici ci sono sempre quando bisogna curare e salvare i pazienti. Molti miei colleghi sono morti a causa del Covid-19,soprattutto nella prima ondata della pandemia quando non si sapeva nulla della malattia e i medici stavano al fronte a mani nude, privi di qualsiasi presidio per fronteggiare il virus. Ad oggi sono circa 240 i medici morti in Italia e il dato è sconfortante. Massima solidarietà alle famiglie dei medici deceduti per curare e salvare vite umane. Adesso siamo più attrezzati con mascherine Fp2,tute e visiere protettive, per cui ci sentiamo relativamente più tranquilli, anche se è sempre grande la paura di contagiarsi e soprattutto di portare il virus a casa.

Cosa dobbiamo aspettarci per il 2021?

Innanzitutto dobbiamo augurarci che il vaccino sia disponibile al più presto e quindi dobbiamo aspettarci che la vaccinazione per tutta la popolazione eradichi in modo definitivo il Covid-19 perché ad oggi è l’unica arma a disposizione contro il virus. Purtroppo non esiste una terapia specifica per il Covid-19 ma solo dei farmaci come Cortisone ed Eparina a basso peso molecolare per contrastare gli effetti nocivi del virus sui polmoni che variano da soggetto a soggetto. Pertanto, fino a quando non sarà disponibile il vaccino, le uniche armi a nostra disposizione sono il distanziamento sociale, perché il virus non cammina da solo ma sulle gambe delle persone , indossare la mascherina e lavarsi spesso le mani. Purtroppo oltre che combattere il Covid-19 dobbiamo combattere anche contro i negazionisti che influenzano vari strati della popolazione a non rispettare le regole più di quanto si possa immaginare.

Lei è ginecologo, come ha influito il Covid nel suo settore e quali cambiamenti ha apportato alla sua professione ?

Nel mio settore ha influito negativamente come in tutti i settori perché la crisi economica si percepisce e le pazienti avendo minori disponibilità economiche sono costrette a rimandare controlli di routine, in attesa di tempi migliori, tranne le pazienti gravide che sono obbligate ad effettuare i controlli dovuti. Per quanto riguarda i cambiamenti consistono soprattutto nel dare appuntamenti scaglionati per non creare assembramenti di più persone nello studio, nell’adottare scrupolosamente le misure di prevenzione e spiegare alle pazienti l’importanza di queste misure, nel tranquillizzare le pazienti gravide sulla normale evoluzione della gravidanza quando risultano essere positive al Covid-19. In quest’ultimo caso le invio al centro Covid del Policlinico della Federico II, ma alcune pazienti sono risultate essere positive solo al momento del ricovero in ospedale a Frattamaggiore dove esercito la mia professione. In alcuni casi non c’e stato  il tempo necessario per attivare il trasferimento al Policlinico e alcune pazienti hanno partorito a Frattamaggiore adottando tutte le misure a disposizione per evitare il contagio di tutti gli operatori sanitari. Ad oggi hanno partorito presso la nostra Unità Operativa 5 pazienti positive al Covid 19,di cui 3 durante il mio turno di guardia. Successivamente ho dovuto sottopormi a tampone molecolare a più riprese e fortunatamente ad oggi sono sempre risultato negativo.

In questo tempo di pandemia, conserva ricordi positivi?

Parlare di ricordi positivi in un momento negativo come quello che stiamo vivendo è un ossimoro, ma l’amore per la mia professione e aver aiutato a partorire alcune pazienti positive al Covid-19 è sicuramente una soddisfazione di cui conserverò un bel ricordo.