La perla del Bosforo, nel corso dei secoli, è stata chiamata Bisanzio, Costantinopoli e Istanbul. Tre nomi e tre storie che si intrecciano, figlie di orientamenti culturali, religiosi, politici, di esperienze artistiche straordinarie divenute parte dell’immagine complessiva della capitale. Bisanzio, colonia greca e città romana, che si sviluppò su un promontorio, posizione strategica commerciale. Costantinopoli, così chiamata per volontà di Costantino, grande metropoli del Mediterraneo, divenuta poi il centro dell’ortodossia dei cristiani d’Oriente. Secondo l’orientamento della maggioranza degli studiosi, degli storici, l’Impero bizantino nacque con la fondazione della città di Costantinopoli, o Nuova Roma, nel 324 d.c. e sarebbe finito con la resa della città ai Turchi Ottomani nel 1453.Passato alla storia per aver autorizzato la pratica della religione cristiana, Costantino, fondatore della Nuova Roma, fu artefice di mutamenti che sconvolsero assetti politici e modalità di vita secolari. Egli guardava con occhio positivo il cristianesimo e nel 313 – insieme al suo collega Licinio – promulgò a Milano il celebre Editto di Tolleranza. Il provvedimento poneva fine alle persecuzioni dei cristiani e riconosceva legalmente la loro religione. L’Editto riveste una fondamentale importanza storica collegata a quello successivo di Teodosio (380) con cui i sudditi dell’impero dovevano convertirsi al cristianesimo, minacciando i pagani di gravi castighi.Nelle intenzioni di Costantino, Costantinopoli doveva avere una cattedrale degna di un impero cristiano universale, perciò, intorno al 340, furono gettate le fondamenta di una grande chiesa a pianta centrale dedicata alla Santa Sapienza (Sofia). Dopo due decenni di lavoro, nel 360, l’edificio venne consacrato ma ben presto fu devastato da un incendio. La ricostruzione della cattedrale giustinianea si svolse fra il 532 e il 537 sotto la direzione degli architetti Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto e rappresenta uno dei vertici più alti dell’architettura bizantina; probabilmente nessuna chiesa bizantina raggiunse mai la metà delle sue dimensioni. Con la conquista ottomana del 1453 la basilica venne convertita in moschea mantenendo questa funzione fino al 1935, quando fu trasformata in museo. Dal 2020 ha assunto lo status di Grande Moschea di Santa Sofia.Il nome di Istanbul, forse derivato dal greco (“verso la Città”), prevalse dopo la conquista turca, e fu stabilito ufficialmente dopo la proclamazione della repubblica e il trasferimento della capitale. Oggi, con una popolazione di oltre 15.000.000 di persone, Istanbul è uno dei centri più popolosi d’Europa davanti a Mosca e Londra. È sede di alcuni dei migliori istituti di istruzione superiore della Turchia, tra cui più di 35 università pubbliche e private.Se per lo scrittore e poeta Alphonse de Lamartine Istanbul rappresentava il luogo ideale per l’uomo che avesse voluto la possibilità di avere un unico sguardo globale sul mondo, per Umberto Eco esisteva un solo modo di conoscerla bene: girare da solo, a piedi, e smarrirsi.
Domenico Setola (dottore in giurisprudenza e studioso di storia medievale e moderna)