Rosa Linda Ricci, Psicologa Psicoterapeuta rosa.linda.ricci@gmail.com – Phone: 3398792018

Ad oggi siamo al 42esimo giorno di quarantena, al 46esimo di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, inclusi gli asili nido. Quello che all’inizio per i bambini e le bambine di età scolare e non, sembrava una fase festosa quale la possibilità di eludere le quotidiane routine (scolastiche, extrascolastiche, sportive) e di avere più tempo da trascorrere con i propri genitori, si è trasformata pian piano in qualcosa di tutt’altro che piacevole –come d’altronde per noi tutti.

In questa fase avanzata di lockdown, in cui si comincia a sentir parlare di Fase2, per molti adulti l’insofferenza aumenta; per molti bambini e bambine il maggiore disagio è la mancanza di socialità. L’astinenza da tutta l’area sociale è più che mai in questo momento per loro una grande privazione, specie per i bambini della prima infanzia (fino a 6anni). La mancanza di contatto con i coetanei (cugini, vicini di casa, amici di scuola …) e con le loro insegnanti/educatrici fa sentire tutto il suo peso. Difatti se pensiamo alla scuola, specie alla primaria, alla scuola dell’infanzia e agli asili nido; essa si configura non solo come istituzione didattica, ma soprattutto come istituzione educativa e formativa dell’individuo nello sviluppo globale della persona. Molto spesso l’ambiente scolastico è l’ambiente dove i bambini e le bambine trascorrono la maggior parte del tempo dopo la loro casa, è il secondo ambiente di riferimento, così come tali educatrici/insegnanti sono figure altrettanto importanti e di riferimento nel quotidiano dell’infante, seconde solo ai genitori e ai nonni.

Cosa possono offrire mamma e papà ai bimbi e alle bimbe in questo momento storico che non lascia nessuno immune dal momentaneo disagio psichico?

  • Fare attenzioni ai cambiamenti.
    Notiamo se ci sono cambiamenti nel gioco, nei disegni, nel sonno. Laddove notassimo la presenza di elementi negativi (guerre, morti, mostri, catastrofi naturali) nei sogni, nei giochi o nei disegni, si può intervenire con una maggiore vicinanza fisica in termini di abbracci e coccole: c’è un bambino spaventato che ha semplicemente bisogno di sentirsi amato.
  • Possibilità di contattare telefonicamente e/o in videochiamata persone care all’infante. Molto spesso per alcuni bambini questa modalità può sopperire alla nostalgia del momento, soprattutto confermando lo stare bene della persona che non si vede da tempo. Per altri invece, specie se più piccoli, ciò potrebbe aumentare il malessere immediatamente dopo il contatto virtuale. Questo non è un aspetto preoccupante, semplicemente a seguito della prolungata lontananza, egli ha affievolito il suo sentimento di nostalgia che, rievocato attraverso la visione dell’Altro, si è di nuovo acutizzato, secondo il comune e noto principio di Seneca ”Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.
  • Diritto alla spiegazione di ciò che sta accadendo ed alla legittimazione di ciò che sentono. È sano spiegare adeguatamente cosa sta accadendo, attraverso un linguaggio positivo. Ad esempio dire: “Non possiamo vedere i nonni, ma accadrà presto ed andremo a trovarli”

così come “Non possiamo incontrarlo perché è ammalato, come quella volta che –il compagno di classe, il cugino, lui stesso- era ammalato ed è rimasto a casa”. Utilizzare un linguaggio positivo, facilita uno stile di pensiero ed immagini mentali meno preoccupanti. Ricordiamo inoltre che in questa fase dello sviluppo, le abitudini e le routine sono molto rassicuranti. Il fatto che siano cambiate del tutto ed improvvisamente, per qualcuno è più destabilizzante che per altri; anche i bambini hanno diritto ad essere spaventati, irritabili, irascibili e più capricciosi del solito. Quello che in qualità di genitori si può fare è accogliere, poiché è più sano che queste emozioni vengano espresse piuttosto che taciute. Avere di fronte un genitore che è pronto ad ascoltare ciò che il bambino prova è molto rassicurante poiché è come dire in un linguaggio non verbale “Va bene anche essere preoccupati, ma non accadrà nulla di brutto”. Anche mamma e papà possono e devono esprimere le proprie emozioni, poiché la loro espressione ha la funzione di normalizzare gli stati emotivi spiacevoli del bambino.

  • Indulgenza e tolleranza.
    Maggiore indulgenza e tolleranza di fronte a capricci, storie, irritabilità, noia. Non sono solo i genitori ad aver bisogno di una pausa dai figli, ma anche viceversa. Quindi il livello di tensione aumenta, generando comportamenti di solito mal tollerati. Mollare un po’ la presa a volte potrebbe tornare utile per abbassare il livello di agitazione e nervosismo.
  • Libertà corporea – Dare tanto spazio e, laddove possibile, possibilità di movimento.
    Ciò è ancora più valido per bambini più piccoli, abituati a muoversi molto. Oltre ad essere un’attività molto piacevole è anche una modalità altamente funzionale per scaricare la tensione sia corporea che emotiva.
  • Pianificare delle attività da svolgere.
    Programmare le attività da svolgere, magari insieme, nel corso della giornata (o per il giorno successivo) consente ai bambini di ristabilire il senso di padronanza venuto a mancare con l’interruzione di tutte le attività abituali. Torna utile in questo momento provare/imparare a fare cose nuove, portare a termine le attività proposte e condivise da insegnanti/educatrici, seguire gli interessi ed eventuali proposte del bambino stesso.
  • Progettualità positiva per il futuro.
    Proviamo a pensare insieme a cosa faremo di piacevole quando usciremo. Proviamo a fare un elenco, decoriamolo e magari lasciamolo in bella mostra, con la possibilità di aggiungere o togliere ogni qualvolta arrivi una nuova idea. Questo aiuterà tutti a concentrarsi sulla risoluzione di questo evento ed a rendere il futuro più prossimo in questo tempo di incertezza.Adesso mi chiedo e ti chiedo: siamo sicuri che ciò sia utile solo ai bambini?