La III° Commissione Consiliare avvia i lavori per un confronto

 di

Salvatore Iavarone – Presidente della III° Commissione Consiliare “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”

Serve avviare un serio confronto sulle “poche” aree verdi della città. Serve un piano per assicurare manutenzione ed incremento di queste aree.

Le sempre minori risorse a disposizione del comune, impongono la necessità di trovare soluzioni di cogestione di queste aree.

Ma serve soprattutto garantire la massima efficienza di queste aree e la fruibilità (sempre gratuita, è meglio chiarirlo) per i cittadini.

Allo stesso tempo queste aree devono essere messe a disposizione delle associazioni locali, per essere realmente polmoni verdi, ma anche, centri di aggregazione socio culturale.

Ma allo stesso tempo, c’è bisogno, di rendere queste strutture opportunità per le start up giovanili, per creare lavoro e nuove opportunità.

Le aree verdi in città oggi sono: il Parco Michelangelo, la villa Comunale di Via Pio XII, la villetta comunale di Via Calvanese e le tre ville comunali di Arpino.

Con queste premesse si potrebbe pensare ad un avviso pubblico per la co gestione di queste aree ad ati tra associazioni, cooperative ed aziende. Un’opportunità per tutti, ma anche, allo stesso tempo, la possibilità per il comune di risparmiare risorse sull’ordinaria e sulla straordinaria manutenzione, da destinare ad altre priorità cittadine.

Potrebbe essere un modo concreto per rianimare queste strutture con manifestazioni ed attività periodiche, indispensabili per ridare una nuova vita a queste strutture.

Tra queste ville, sicuramente il parco Michelangelo è quello con maggiori potenzialità.

Il Parco di via Michelangelo ha un’estensione di circa tre ettari ed è localizzato nei pressi della cosiddetta “Strada degli Americani” (S.P. n.1 Circumvallazione esterna di Napoli). Durante il Transnational meeting di Urbact, nel novembre del 2016, questo luogo è stato per la prima volta aperto alla cittadinanza, con una festa accompagnata da eventi di conoscenza e co-design: ne è derivato un vero e proprio evento di progettazione collettiva, durante il quale si sono tracciati i percorsi pedonali, decisi gli allineamenti e gli alberi da utilizzare nel progetto di paesaggio, riconosciuti gli elementi di biodiversità presenti e da conservare nel futuro. Sono state coinvolte alcune scuole del quartiere, oltre ad associazioni, cittadini e politici. Inoltre, tutti i rappresentati della rete Sub>urban hanno partecipato all’evento, ed ogni città ha piantato un albero che resterà a memoria della giornata di condivisione e festa. Successivamente sono stati realizzati interventi di pulizia e piccoli movimenti del suolo, con fondi provenienti dal Bilancio comunale.

Attualmente, il sito di via Michelangelo è aperto al pubblico. In questo parco verrà sperimentato un processo di co-gestione che potrebbe essere approvato dal Consiglio comunale per tutti i luoghi di proprietà pubblica non utilizzati presenti in città.

Il parco è stato aperto definitivamente al pubblico nel corso del 2019, anche se la sua realizzazione continuerà negli anni successivi, coerentemente al progetto di paesaggio.

Il Comune ha destinato 120.000 euro dal bilancio comunale per le opere di adeguamento e riqualificazione di base, necessarie all’uso pubblico dello spazio. L’arredamento è stato acquisito gratuitamente mediante una forma di sponsorizzazione discussa e monitorata nell’ambito del processo partecipativo. Anche la recinzione del sito verrà riqualificata a cura di investitori privati che collocheranno, in cambio, pannelli pubblicitari sulla strada ad alto scorrimento. Servirebbero ulteriori 300.000 euro per completare la piantumazione e provvedere alla riqualificazione del piccolo edificio presente nell’area.

Negli incontri del Gruppo di azione locale si è dibattuto sulle modalità mediante le quali regolare l’uso e la gestione degli spazi pubblici inutilizzati, da riconquistare alla vita pubblica. Oltre al valore sociale e di accessibilità, si sono valutate le possibilità legate alla valorizzazione di questi spazi per generare opportunità lavorative; in particolare mediante: l’impianto di boschi produttivi, la produzione di biocombustibili, l’agricoltura e la commercializzazione dei prodotti locali, il vivaismo, la realizzazione di spazi (non edificati) per lo sport e la ricreazione, l’insediamento di start-up innovative e imprese sociali. La bozza di regolamento si basa sull’idea di “tripartire” lo spazio dei wastescape abbandonati/sottoutilizzati di proprietà pubblica: concedere parte dell’area alle associazioni no-profit (parte “comune”); lasciare una porzione del parco aperta e sempre accessibile (parte “pubblica”); infine, individuare una parte dell’area che potrebbe essere utilizzata, in modo democratico e inclusivo, per la produzione e lo sviluppo dell’occupazione. In cambio dell’utilizzo dello spazio, gli utilizzatori del “terzo produttivo” potrebbero fornire alcuni servizi di interesse pubblico, come ad esempio la manutenzione e la cura degli spazi pubblici, o altre attività di interesse sociale.

Per portare avanti oggi le amministrazioni comunali servono idee innovative, che mettano in gioco la partecipazione pubblico – privata. Serve coinvolgere le associazioni locali, per un reale coinvolgimento della cittadinanza, ma è indispensabile coinvolgere il mondo dell’impresa, con una particolare attenzione alle società sturt up dei giovani. Le amministrazioni devono coinvolgere e dare spazio all’imprenditoria sana del paese, un modo concreto per risparmiare risorse da destinare ad altre voci di bilancio.

Pensate per un attimo se le sei ville comunali della città fossero affidate ad a.t.i.tra associazioni, cooperative e aziende, risparmiando centinaia di migliaia di euro (per manutenzione ecc) da destinare per esempio alla manutenzione stradale per recuperare strade cittadine, che da anni richiedono urgente manutenzione.

Potremmo allo stesso tempo creare lavoro, attivare il mondo dell’associazionismo e rcuperare risorse per la manutenzione stradale.