In un mondo che cambia così velocemente, trasformando le società prima che tanti possano prenderne coscienza, solamente la tolleranza potrà essere un principio-guida delle scelte. Bisognerebbe che il potere tenesse a mente che preservare una società non significa mantenerla nel suo status originario ma accompagnarla saggiamente verso trasformazioni che siano adeguate ai nuovi contesti; ma se questo stesso potere ritiene che il futuro risieda nell’esasperazione dei nazionalismi, con tutte le conseguenze che questa visione porta con sé, ci troveremo di fronte a qualcosa che sarà difficilmente arginabile, chissà quando e chissà in quale portata. Lo spiazzamento dei singoli di fronte a ciò che avviene, il senso di alienazione di cui tanti sono partecipi e da cui sono avvinti, proprio in questo hanno origine. Guardare ciò che accade con le “lenti del passato” può essere utile solo nella misura di poter comprendere la ripetizione di “prassi storiche” che ritornano oggi. Le forme, i contesti, la cornice ideologica, sono completamente diverse. Leggere il presente richiederebbe uno sforzo che vada oltre ogni tipo di assolutismo delle idee, perché l’arroccamento tenace a qualsivoglia di esse non consentirà la formazione di uno sguardo “duttile” e “plurale” sul presente, il solo che possa far intravedere soluzioni “diverse ed adeguate”, in cui vige una volontà di indagine multiforme e multidisciplinare, cioè realistica rispetto alla “complessità fluida” del tempo contemporaneo. Il futuro, come già il presente, fanno appello a ciò. La sordità, la cecità, l’indifferenza che aleggia, il semplicismo strisciante unito ad un piatto conformismo, sono dolci palliativi destinati a non “guardare in faccia la realtà”. La storia continua, sta all’uomo sapere interpretarla per un presente ed un futuro migliori.
“Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare.”
Chissà se il pensiero del grande filosofo, sociologo, storico della filosofia, storico della scienza, accademico e saggista francese, M. Foucault, possa avere un senso e indicare una direzione in questo contesto che viviamo o, spesso, subiamo, in una inconsapevole condizione di passività.

Domenico Setola (dottore in giurisprudenza e studioso di storia medievale e moderna)