Verso una soluzione il problema dell’ecodistretto di Napoli ai confine con Casoria. La questione sembra stia trovando soluzioni alternative anche grazie alla fattiva collaborazione territoriale di esponenti dell’ATO Na1 per la gestione dei rifiuti. La prima proposta è arrivata da un articolo comparso su minformo a firma di Gianni Bianco e seguita dal consigliere ATO NA1 Salvatore Iavarone.

Per Salvatore Iavarone: “la scelta del posto dove allocare l’ecodistretto, deve essere rivista, ma l’ecodistretto è una necessità, anzi, anche gli altri comuni devono organizzarsi in tal senso. Casoria e Napoli potrebbero superare questo problema pensando ad un ecoditretto in commune. Abbiamo proposto di individuare un’area contigua ai due comuni, ma in zona periferica, per la nascita di un ecodistretto gestito da asia ma a servizio di entrambi I comuni. Casoria potrebbe individuare l’area, e il commune di Napoli potrebbe prevedere l’investimento. In tal senso abbiamo proposto un’area sul territorio di Casoria, ma contigua a Napoli, che è proprietà del Comune di Casoria e dal punto di vista urbanistico è idonea per un intervento di questo tipo. Serve che I due comuni si incontrino per costruire concretamente questa proposta. È un atto di responsabilità a cui certamente neppure il commissario prefettizio di Casoria vorrà sottrarsi”.

Per Raffaele Del Giudice assessore all’ambiente di Napoli e firmatario della delibera sull’ecodidtretto: “In questi giorni molti esperti ambientali, alcuni di essi convenuti anche al recente seminario ANCI-CONAI e vertici della magistratura, ritengono indispensabile realizzare impianti ecocompatibili per la corretta gestione dei rifiuti domestici in particolare per le frazioni umida e per quella secca: carta, cartone, vetro, alluminio, plastica, legno e acciaio. Su tali strutture tutte le amministrazioni locali sono chiamate a una accelerazione al fine di dotare i territori di fabbriche del riciclo o ecodistretti, strutture semplici ed ecocompatibili, volano di sviluppo per l’economia circolare e l’occupazione.

La nostra proposta di realizzarne alcuni va proprio in questa direzione, al fine di continuare a migliorare il ciclo della raccolta differenziata nella città di Napoli. Tuttavia si tratta , è bene ribadirlo, di studi di fattibilità, che dovranno essere sottoposti a verifica. A Napoli abbiamo realizzato ben 10 isole ecologiche, un sito polifunzionale ed attrezzato a piccola logistica temporanea, isole ecologiche mobili e progetti di mini impianti di compostaggio: un grande impegno progettuale e una forte impronta green allo sviluppo della raccolta differenziata.

Nel caso specifico dell’ecodistretto di San Pietro a Patierno, ribadiamo che si tratta solo di uno studio di fattibilità e quindi nulla di deciso, sono pervenute indicazioni di aree diverse che si intendono accogliere, poiché rappresentano un’efficace alternativa e si inseriscono in un percorso, da noi sempre auspicato, della concreta collaborazione tra Comuni”.