È scomparsa a Bologna Lucy Salani all’età di 99 anni. Nata a Fossano in provincia di Cuneo nel 1924, ha vissuto tante vite.
L’infanzia come Luciano fino alla detenzione nel campo di concentramento di Dachau da “omosessuale”.
Il fascimo prima, varie detenzioni e catture poi, da parte dei nazisti, segnarono profondamente e in modo doloroso la sua esistenza ma non la distolsero mai dai suoi ideali pacifisti, di tolleranza e rispetto dei diritti personali dell’altro.
Dice uno dei suoi nipoti che tra i racconti più scioccanti ricorda quello in cui “Luciano” internato in Germania era oggetto di tiro a segno con le pietre da parte di bambini anche essi detenuti nello stesso campo di concentramento.
Lucy non si capacitava di ciò e affermava spesso la sensazione che anche gli adolescenti fossero stati avvelenati dell’ideologia nazifascista. Persona tenace che non hai mai smesso di lottare sul doppio fronte della politica in chiave resistenziale e dei diritti civili.
Negli anni 80 si stabilì a Bologna nelle rete della comunità Lgbt che la riconosceva come “simbolo di resistenza”.
Era convinta che la possibile e forse unica soluzione all’intolleranza non parte dalle leggi ma dalle persone e che vale sempre la pena lottare per affermare la propria identità.

Domenico Setola (dottore in giurisprudenza e studioso di storia medievale e moderna)