Progetti Regi Lagni dettati da politiche europee
Come nel passato, l’area dei Reg Lagni è stata oggetto dell’attenzione di vari piani e progetti. L’area a sinistra del Volturno è particolarmente attenzionata perché è la più urbanizzata e la più vicina alla metropoli partenopea.
Le politiche di coesione europee in particolare dei fondi europei che ha visto coinvolta la regione Campania, mediante l’utilizzo dei fondi Por Fesr.
La Regione Campania ha inserito un programma di risanamento fra i «grandi progetti» a cui destinare circa il 40% dei fondi europei Fesr 2007-2013 intitolandolo «Regi Lagni, giardini d’Europa». Il progetto ha visto coinvolti numerosi comuni del napoletano e del casertano. Tra questi l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, il Consorzio di bonifica del Volturno. Altro contributo del Fondo europeo di sviluppo regionale dell’UE per i Regi Lagni è stato nella programmazione successiva 2014-2020. L’investimento europeo in questione è il progetto” Risanamento e valorizzazione dei Regi Lagni nella fase 2”.
L’investimento è rientrato nella priorità «Ambiente ed efficienza delle risorse». Quest’ultimo è rientrato nel programma strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Queste politiche europee prevedevano numerose azioni fra cui il ripristino delle sezioni idrauliche, il risanamento dei corsi d’acqua dalle immissioni di acque reflue, sia urbane che industriali, la sistemazione delle sponde degli alvei, la rimozione dei rifiuti, la bonifica dei terreni e delle falde.
I fondi europei si sono rivolti anche a progetti per ripristinare il paesaggio ex borbonico con l’alberatura delle aree demaniali presenti lungo le sponde dell’alveo principale. Questo perché si voleva costruire un lungo corridoio verde lungo più di 50 chilometri, da Nola al litorale domitio. Alcune cose sono state fatte come la mappatura degli abbandoni dei rifiuti, l’impianto di pioppi e ontani per costruire il corridoio ecologico lungo il tracciato dei Regi Lagni a partire dal territorio di Acerra.
Oppure il progetto «Orto di Carditello» per il recupero della residenza borbonica a S. Tammaro nel Casertano dove si prevede la creazione di un orto della biodiversità mediterranea, un luogo dove curare ed esporre colture tradizionali e sperimentare agricoltura sostenibile.
Nella cornice dei progetti di recupero dei Regi Lagni, si pensa ad un parco agricolo, che coinvolge al momento solo alcuni comuni dell’area.
Il progetto si basa su una riqualificazione paesaggistica che comporterebbe il recupero dell’immagine del territorio. Per attuare questo progetto c’è bisogno in primis del sostegno al settore agricolo, puntando sulla qualità dei prodotti e sull’agriturismo; il recupero dei casali e delle strutture tipiche della tradizione contadina; la valorizzazione ambientale e produttiva.
In tal modo gli agricoltori che operano nel parco saranno incentivati ad adottare pratiche agricole biocompatibili, a sistemare le siepi e a proteggere i suoli. Inoltre sarebbero vietate le produzioni agricole nelle fasce limitrofe ai tratti autostradali e ferroviari per preservare le produzioni vegetali da depositi di metalli pesanti provenienti dagli scarichi veicolari. Nelle stesse fasce sono previste piante tessili o vivai di piante ornamentali. Nelle intenzioni dei progettisti, il Parco dovrebbe recuperare il bel paesaggio attraverso un sistema a rete formato da macchie di bosco e siepi e attraverso la divisione in zone sfruttando le caratteristiche morfologiche: un polo vivaistico; un museo del paesaggio agrario con il recupero dei filari di alberi con vite a festoni di origine etrusca e delle vasche di macerazione della canapa; un centro equestre; uno stagno per il ripopolamento dell’avifauna; un’area attrezzata per il tempo libero. L’intervento strategico più importante dovrebbe però riguardare la rinaturalizzazione dei Regi Lagni, cosa non semplice a causa della cementificazione dei canali (e non solo) che ha distrutto gli ecosistemi ripariali interrompendo il ricambio fra le acque superficiali e la falda sottostante.
Sui Regi Lagni insiste anche un Progetto Pilota “Programma integrato di sviluppo dell’area Regi Lagni come Business Park per l’agricoltura e le connesse attività di trasformazione”. Si tratta di uno strumento innovativo promosso dal Ministero dei Lavori Pubblici nell’ambito della ricerca Di.Co.Ter., per attuare interventi di sviluppo nel Mezzogiorno.
Il piano si pone l’idea di ricostruire, attraverso la sistemazione del canale principale dei Regi Lagni, inteso come grande e unitaria infrastruttura ed elemento territoriale di identità, un parco lineare legato agli insediamenti produttivi agricoli, industriali e urbani. Il parco, largo 100 metri e lungo circa 25 chilometri, si snoderebbe a partire dal Ponte delle Tavole, racchiudendo diversi quadri paesaggistici. Cinque sono i lioghi oggetto di bonifica: la sistemazione idraulica e la realizzazione del parco lineare, la realizzazione di un sistema di collettori fognari, la realizzazione di un sistema di parchi agricoli e di strutture integrate alla produzione, un complesso di piattaforme produttive, la realizzazione di un sistema di parchi urbano- territoriali.
L’ultimo progetto in ordine di tempo è quello che si è aggiudicato Suez per i Regi Lagni. Suez è leader mondiale nella gestione delle risorse intelligenti e sostenibili, e tramite il progetto ”Regi Lagni-Napoli” punta all’ammodernamento dell’impianto di trattamento delle acque reflue.
Oltre alla foce dei Regi Lagni aree interessate al progetto saranno anche Acerra, Cuma, Napoli nord e Marcianise.
L’investimento complessivo ammonta a 288,5 milioni di euro. Di questi 89,05 milioni di euro finanziati dal Por Campania Fesr2007-2013, e 199,5 milioni dal Por Campania Fesr 2014/2020.
Molti fattori per ora non hanno funzionati nell’attuare questi progetti che certamente inducono positive trasformazioni sul territorio.
Oltre questi, bisogna cambiare la politica e il modo di fare politica nella nostra regione e nel nostro Paese, altrimenti i progetti rischiano di diventare solo dei sogni nel cassetto di pochi. Un altro nodo da sciogliere è correlato alla criminalità organizzata, piaga endemica dei nostri territori.
Ma bisogna capire che progettare il futuro della piana e della Campania Felix, in sostanza, significa progettare cambiamenti culturali.