Disegno di Matteo Lombardi (6 anni)

di Carla Rocco
La socializzazione scolare è una tappa fondamentale di un graduale processo che si esplicita in età
adulta nelle scelte personali e politiche. La scuola non è solo un edificio di erogazione didattica. Il
bambino, a scuola, scopre una parte di sé diversa rispetto alla vita privata, nel confronto con l’altro
nascono le prime interazioni dei gruppi sociali.
Dopo quasi un mese dall’inizio dell’anno scolastico, le lezioni in presenza sono state sospese con un
colpo di decreto. Le uniche vittime sono i bambini che interrogano gli adulti: –
perché non andiamo
più a scuola? Noi lo stavamo combattendo il virus, abbiamo sempre indossato la mascherina e
lavato le manine-.
Lo Stato, gli organi di comunicazione e noi adulti abbiamo fallito! Lo Stato ha
aperto le frontiere, gli organi di comunicazione, nelle loro contraddizioni, hanno contribuito a
confondere il popolo, il quale ha preferito lasciarsi trasportare nel vortice della sofferenza del
distanziamento fisico e dei dpi pur di non assumersi la responsabilità delle conseguenze, ossia,
l’aumento dei contagi.
I bambini sono stati rispettosi e tolleranti, sono rientrati a scuola senza poter
avere un compagno di banco, nelle loro attività non hanno potuto scambiarsi materiale didattico,
ovunque c’era corona virus. Le maestre hanno iniziato un lavoro immane per inculcare ai piccoli
che il distanziamento è fisico e non sociale, applicando il pensiero del dottor. Christian Sanna,
sociologo e scrittore, il quale partendo da Aristotele – l’uomo è un animale sociale- e in quanto tale
il suo istinto è l’avvicinamento all’altro.
Il disegno del piccolo Matteo è l’immagine di quello che hanno vissuto i bambini nel primo
lockdown, sognano di mettere il mostro in gabbia per poter tornare a essere liberi.
Karl Popper, filosofo ed epistemiolo austriaco dei primi del ‘900 in un suo celebre lavoro “la società
aperta ai suoi nemici”, ha scritto: ”
Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il
diritto di non tollerare gli intolleranti.”
Abbiamo tollerato un Governo che non è stato capace di
compattezza di fronte a un problema comune, gli intolleranti di K. Popper, noi popolo sempre
suddito siamo stati i tolleranti: abbiamo aperto le porte ai nostri nemici, nel caso specifico, al potere
economico. Ci sono bastate le briciole dei bonus per toglierci la fame del pensare.
La battaglia non è ancora persa: attiviamoci nel rispetto delle regole e scendiamo in campo con
intelligenza, il popolo deve chiedere spiegazioni oltre i sussidi, bonus e briciole. Il piccolo Matteo e
i suoi compagni da grandi ricorderanno questo periodo, facciamo in modo che lo raccontino come
una vera battaglia, diamo il buon esempio.