I grandi capolavori di Dostoevskij, appaiono essere anche dei raffinati scritti di psicologia. Pochi, infatti, sono riusciti ad indagare gli abissi della mente umana, scavando nella miseria e nella sofferenza. Con grande intensità è penetrato fra i meandri del decadimento morale e della crisi umana.Se alcuni dei suoi più celebri personaggi subiscono metafisiche trasformazioni, ciò avviene in situazioni estreme, tra la vita e la morte. Forse perché – nei momenti decisivi dell’esistenza – si guardano onestamente per la prima volta. Sono personaggi universali (benché russi) perché angosciati, determinati a ricercare la loro libertà morale e di fede.Dostoevskij riesce a dare voce ai poveri e agli emarginati, esplorando l’amore e la pietà; “la compassione costituisce la più fondamentale, forse l’unica legge esistenziale di tutta l’umanità”, afferma Dostoevskij nell”Idiota”.Il protagonista di “memorie dal sottosuolo” è un povero, patologico, un solitario che si muove tra la tragicità della natura e il rapporto anomalo tra ragione e inazione. Dopo aver letto quest’ultimo romanzo, F. Nietzsche disse di Dostoevskij: “E’ l’unico psicologo da cui ho qualcosa da imparare”.


Domenico Setola (dottore in giurisprudenza e studioso di storia medievale e moderna)