Brevi riflessioni sul male
Sono affascinanti le speculazioni filosofiche sul male, questo strano mostro metafisico che si aggira nel mondo. Siamo soliti definire “male” i nostri piccoli o grandi tormenti quotidiani, i desideri inappagati, le inquietudini e i disagi, l’infelicità e l’ingiustizia.Dalla biologia del male, che tenta di spiegare come nascono il dolore psicologico e quello fisico che si traduce nella malattia e nella morte, al male che si veste di crimine, fino al male dal punto di vista etico – la cronaca nera dell’umanità – che ci coglie come fautori di sofferenza, capaci perfino di uccidere i nostri simili.Eppure il male è qualcosa di molto concreto, il male è dentro l’uomo, dentro di noi, è fatto di atteggiamenti, azioni, omissioni, reticenze, incapacità emotive, morali. Ricordo le mie letture di un tempo, in cui l’illustre psichiatra Vittorino Andreoli veniva costantemente chiamato a formulare perizie tecniche dai giudici che si occupavano dei peggiori delitti di serial killer italiani. Il professore, nella quasi totalità dei casi, espresse un parere sulla piena capacità di intendere del soggetto al momento dei fatti, concludendo che lì, in quelle menti, non c’era alcuna patologia, ma solamente il Male, la cattiveria, la mancanza di ogni coordinata interna etica sulla vita, sul suo valore. Molti di loro vivevano in condizioni agiate, o per lo meno buone, discrete, aliene da marginalità sociali e difficoltà economiche. Ciò può apparire paradossale, ma i fatti raccontano di queste tragiche storie di un passato non lontano da noi. È molto facile chiamare follia ciò che non si è capaci di definire diversamente perché mancano gli strumenti umani per decifrare ciò che invece è nelle fibre di uomini che sono incapaci di sentire emozioni, freddi come una lamina di ferro, perché non hanno imparato la tolleranza, il rispetto dell’altro, il convivere civilmente in una società sempre più proiettata in uno sfrenato individualismo. Resta il tempo per riflettere su cosa stiamo diventando, sperando che non sia già troppo tardi.
Domenico Setola (dottore in giurisprudenza e studioso di storia medievale e moderna)