di Salvatore Iavarone – Consigliere Comunale

 Casoria diventerà la città dei Parchi, stiamo mettendo in campo sempre di più una visione GREEN.

Purtroppo si pecca sul tema manutenzione del verde, dove a Casoria c’è ancora molto, troppo, da fare.

Dopo il parco al Quartiere Stella, da noi fortemente voluto, è la volta di un Parco (e scommettiamo che non sarà l’ultimo) a via Boccaccio. Finanziato dalla Regione Campania nell’ambito dei PICS.

È questa la visione di Città “europea” che merita una città di 80 mila abitanti.

Questo sarà anche un parco che si incardinerà con una lunga pista ciclabile, una visione green della nostra città.

Ovviamente tutto questo ha senso se presto si affidano (per migliorarle) le tre aree a verde della città: i tre parchi di Arpino e la villa comunale di Casoria Centro, oggetto di un bando per essere affidate e recuperate.

Poi sarà la volta del parco al Quartiere Stella (appena sarà inaugurato) e il parco Michelangelo (nel quale presto partiranno lavori). Poi non bisogna dimenticare tre piccole villette: quella di via Castagna, quella vicino Lidl e quella vicino Globo, ma non ultima la piccola area a verde vicino Muzzare’ a via DIAZ.

Riporto qui (tratto dai PICS) una breve descrizione di quello che sarà il Parco a Via Boccaccio.

Il progetto attiene alla realizzazione di un parco pubblico su di un’area prossima alla stazione ferroviaria Rfi: un sito trasferito dal Demanio militare al Comune nel 2015 a seguito dell’applicazione della legge sul federalismo demaniale (delibera C.C. 71 del 29/11/2013); precedentemente ospitava un centro di stoccaggio di carburante, collegato alla linea ferrata e al vicino aeroporto di Capodichino. Insieme al campo-radar dove ora sorge il Parco Michelangelo, queste aree hanno rappresentato per decenni infrastrutture strategiche dell’Aeronautica Militare. Il sito di via Boccaccio, esteso per quasi tre ettari, è apparentemente inedificato; in realtà esso ospita diversi tipi di cisterne, le più grandi delle quali sono interrate e ricoperte da una folta vegetazione.

Il progetto ipotizza che il parco si strutturi come un mix di aree pubbliche (sentieri e parterre) e di “piazze bianche”: aree comunitarie, recintate con una siepe, che saranno messe a disposizione di associazioni e gruppi di liberi cittadini. La rete dei sentieri che attraversa lo spazio verde è connessa con il nastro ciclo-pedonale, di cui costituisce organica articolazione. Compatibilmente con i risultati che emergeranno dall’analisi ambientale, il progetto intende conservare le cisterne con la vegetazione che su di esse si è sviluppata, intendendole come riserve di naturalità e interdicendone prudenzialmente la fruizione da parte del pubblico. Su via Boccaccio, è prevista la costruzione di un edificio-rampa, con il tetto praticabile. L’edificio, a un piano, ospiterà servizi comuni (buvette, servizi igienici) e spazi da assegnare ad associazioni e comitati di liberi cittadini per lo svolgimento di attività culturali, aggregative, sociali. L’intervento ha come finalità la promozione dell’inclusione sociale, il contrasto alla povertà e a ogni discriminazione

Il sito, catastalmente esteso per 33.500 mq, è localizzato nei pressi della stazione ferroviaria, non distante dall’industria dismessa Rhodiatoce e dal quartiere di edilizia residenziale realizzato ai sensi della L. 167/1962 di via Calvarese. Immediatamente a nord, il quartiere di via Petrarca, con palazzine e case isolate nel lotto, realizzate su iniziativa privata. Nel suo complesso, il settore urbano appare fortemente frammentato dal punto di vista spaziale e della possibilità di fruizione pubblica. Innanzitutto, separazioni, anche fisiche (muri e recinzioni che spezzano i tracciati stradali), dividono il quartiere “privato” da quello “pubblico” (ex L. 167).  Quest’ultimo, a causa di una dissennata attuazione del Piano di zona, si presenta come un mosaico di lotti residenziali – alcuni dei quali recintati (i “parchi”), altri con giardini aperti su strada (le “palazzine”) – disimpegnati da grandi assi stradali, misti a grandi spazi agricoli generalmente inutilizzati e in stato di abbandono. L’attuazione del Piano di zona è stata incompleta: gestita dalle cooperative che operarono per conto del Comune, non è mai stata completata con gli espropri e la conseguente sistemazione delle aree destinate a standard di quartiere. Tanto paradossale è la situazione che negli anni gli abitanti della 167 hanno determinato con il loro stesso camminare sentieri nei grandi lotti abbandonati di cui si è detto (in particolare, permane oggi quello tra via Caruso e via Alfieri, utile per raggiungere in modo diretto il centro cittadino e la stazione ferroviaria). La situazione di inaccessibilità è aggravata dalla sistemazione di via Boccaccio, arteria stradale dedicata al traffico veicolare, completamente priva di marciapiede. Il sito di intervento è praticamente invisibile dalla viabilità pubblica, a causa dell’alto muro in calcestruzzo armato che lo recinge. Il muro è stato edificato seguendo un perimetro più ristretto di quello catastale, lasciando una semi corona di aree libere sul lato Sud ed Ovest nella quale venivano svolte attività di tipo logistico. Negli anni, dopo la dismissione, questo spazio è stato utilizzato liberamente dai cittadini del quartiere (infatti dalle foto aeree si vede come, fino al 2008, il sentiero pedonale precedentemente citato si diramasse anche verso via Alfieri). Tuttavia, nel corso dell’ultimo decennio, è stata operata una vera e propria lottizzazione, anche con la realizzazione di mura di cinta, che le ha trasformate in lotti con diverse funzioni: giardini, orti, aree per deposito.

Il sito ex militare, all’interno del recinto più ristretto di 27.000 mq, si presenta come un grande prato, corrugato dalle colline artificiali con i serbatoi interrati e la vegetazione sovrastante. I serbatoi interrati sono costituiti da cisterne in calcestruzzo armato, ognuna delle quali ha una capienza di 1250 mc. Sono inoltre presenti: un serbatoio sopraelevato da 3 mc, una cabina di protezione catodica e due piccoli fabbricati, uno originariamente utilizzato come portineria e l’altro contenente una motopompa.