Ignorantia iuris (ignoranza della legge), imbecillitas mentis (inferiorità naturale), infirmitas sexus (debolezza sessuale), levitatem animi (leggerezza d’animo), con questi termini i giuristi latini spiegavano le limitazioni alla capacità giuridica e critica della donna. Ignoranza della legge, leggerezza d’animo, sono state le chiavi di lettura della parola donna nel prolungarsi dei secoli. Etichettata come strega e perseguitata durante gli anni dell’ Inquisizione, creatura del peccato, oggetto del desiderio, angelo del focolare e relegata al ruolo di procreatrice. La rivendicazione di questa radicale diversità tra uomo e donna rifletteva i canoni tipici delle società antagonistiche. Le donne, nel corso degli anni,  hanno demolito queste convinzioni con battaglie che hanno sancito il riconoscimento di molti diritti. Questi sono frutto dell’ impegno di molte persone che pur non essendo personaggi di rilievo storico, silenziosamente sono riuscite a combattere la supremazia maschile. Il diritto al voto nel ‘46, la legge sul divorzio promulgata nel ‘70, la legge sulla violenza sessuale nel ‘96 e di recente quella sul femminicidio, rappresentano esempi di battaglie sostenute anche da grandi uomini, che hanno ripudiato la concezione della donna come essere inferiore. L’8 Marzo, Giornata della Donna, non deve essere considerata come un momento per cedere e dare libero sfogo al divertimento smisurato, in locali tra cene ed esibizioni indecorose bensì come un’ occasione per riflettere sulla condizione femminile contemporanea che in alcune parti del mondo risulta essere ancora subordinata all’ uomo, basti pensare alle tante “spose bambine” e alle mutilazioni genitali. L’emancipazione femminile ha fatto si che le donne acquistassero sicurezza e fiducia in loro stesse, questa forza ha reso gli uomini insicuri e incapaci di perdere soprattutto nelle relazioni. Nel nostro quotidiano, siamo spesso coinvolti in casi di cronaca nera, nei quali le donne sono vittime degli uomini che avevano promesso di amarle e rispettarle. Uccise la prima volta nelle loro case, tra gli affetti e i ricordi di una vita e poi da leggi che non le tutelano abbastanza. Gli uomini devono essere puniti non solo per l’ atrocità commessa ma soprattutto per aver condannato i loro figli a crescere senza il caldo abbraccio e il profumo di una madre. Il nostro pensiero deve essere rivolto anche a quelle che per la follia dei loro uomini, hanno perso la propria identità perché sfigurate dall’ acido come Lucia Annibali, una giovane avvocata che ha subito vari interventi al volto. La follia del suo uomo però ha cancellato i tratti del suo viso, ma non quella serenità che esprime. Tutte le società contemporanee dovrebbero considerare il rapporto uomo-donna non come un patto matrimoniale fine a se stesso ma come comprensione, complicità, uguaglianza e soprattutto come espressione dell’ amore nella sua forma più elevata.

Mosca Daniela Pia