A 50 anni dalla sua scomparsa, Casoria ricorda Picasso

di Salvatore Iavarone

Un’iniziativa che si pone come obiettivo quello di portare tra i giovani la conoscenza di Picasso, rendendoli protagonisti di un progetto dal titolo “se PICASSO dipingesse Napoli” – 50 anni dopo la sua scomparsa. Vorremmo raccontare a 1000 studenti di almeno 10 scuole della Provincia di Napoli (coinvolgendo anche i licei artistici) la figura di Picasso, partendo dal suo viaggio a Napoli (Picasso visitò Napoli nel 1917) e vorremmo che gli studenti dipingessero Napoli utilizzando lo stile di Picasso. Dei 1000 lavori raccolti, almeno 100 vorremmo diventassero lavori da esporre. I lavori dei ragazzi dovranno essere incentrati sulle immagini di Napoli, ma dipinti con lo stile straordinario delle opere di PICASSO. A coordinare gli incontri nelle scuole e a supportare gli studenti ci saranno diversi artisti. Gli artisti avranno il compito di “raccontare” Picasso ai giovani, di coordinare le azioni di realizzazione delle 1000 opere dalle quali estrapolare almeno 100 opere da esporre, Gli artisti saranno anche giuria nella selezione delle migliori opere e prenderanno parte ad un incontro finale sulla figura di Picasso, raccontando in particolare i giorni della sua visita a Napoli.

Raccontiamo qui un pezzo della vita di Picasso che si incrocia con la nostra NAPOLI. In pochi sanno che: Il 17 febbraio 1917 Picasso parti alla volta di Roma, dove la compagnia teatrale per cui collaborava stava dando le prove per il balletto; nell’Urbe Picasso ebbe l’opportunità di conoscere i futuristi e gli artisti della Secessione e di venire a contatto con l’arte rinascimentale e classica, e fu anche a Napoli, dove si accostò all’arte pompeiana e alla tradizione iconografica della maschera di Pulcinella. Nel viaggio in Italia compiuto, tra marzo e aprile del 1917, da Picasso insieme al poeta Jean Cocteau per lavorare con i Balletti Russi a Parade, balletto andato in scena a Parigi a maggio dello stesso anno, su soggetto dello stesso Cocteau e musica di Erik Satie. L’eco profonda del viaggio in Italia del 1917 sulla produzione artistica di Picasso è stato riconosciuto da tempo e rappresenta ormai un punto fermo in letteratura. Proprio all’impatto delle opere d’arte viste a Roma, Napoli e Firenze si attribuisce un decisivo rafforzamento della tendenza di Picasso verso il naturalismo del cosiddetto “secondo periodo classico”. All’interno di quel viaggio, il soggiorno a Napoli, con la visita sia a Pompei sia al museo che allora esponeva la Collezione Farnese e le opere da Ercolano e Pompei, ha a sua volta una rilevanza particolare: il naturalismo di questa fase picassiana assume forme esplicitamente classicizzanti, ben riconoscibili nella maggioranza dei dipinti e disegni non cubisti degli anni dal 1917 al 1925 e nell’opera grafica degli anni ‘30. Il viaggio a Napoli era alla ricerca di spunti e idee per nuovi lavori e spettacoli cui dare forma, erano quattro artisti. I quattro “grandi” erano Jean Cocteau, Pablo Picasso, Léonide Massine e Sergej Diagilev, che ad inizio secolo cercavano nella nostra terra il seme giusto da piantare per scrivere una pagina indimenticabile della storia del teatro contemporaneo. Proprio in quell’anno, a maggio, avrebbe debuttato a Parigi “Parade”, spettacolo creato a 10 mani con coreografie di Massine, testo di Cocteau, scene e costumi di Picasso, Balletti di Diagilev e musiche di Satie. Appena due mesi prima, era il 13 marzo, Cocteau dall’Italia scriveva così alla madre: “Siamo di nuovo a Roma dopo un viaggio a Napoli, e da lì a Pompei in auto. Credo che nessuna città al mondo possa piacermi più di Napoli. L’Antichità classica brulica, nuova di zecca, in questa Montmartre araba, in questo enorme disordine di una kermesse che non ha mai sosta. Il cibo, Dio e la fornicazione, ecco i moventi di questo popolo romanzesco. Il Vesuvio fabbrica tutte le nuvole del mondo. Il mare è blu scuro. Scaglia giacinti sui marciapiedi”. Cocteau innamorato di Napoli, Picasso di meno, tanto che preferì restare a Roma, rispondendo così all’amico che lo invitava a raggiungerlo di nuovo nella città partenopea: “Sto bene a Roma, e poi c’è il Papa”. Ma Cocteau gli rispose: “Sì è vero, a Roma c’è il Papa, ma a Napoli c’è Dio”.

Questo viaggio a Napoli merita di essere al centro del nostro progetto, vorremmo che oggi i giovani di Napoli, provassero ad immaginare Picasso che con il suo stile inconfondibile, dipingesse le bellissime immagine di Napoli.

1000 studenti dovranno presentare ciascuno almeno un’opera con le caratteristiche sopra indicate (un’opera artistica che raffigura Napoli con lo stile di PICASSO). Vi sarà poi una selezione a cura della commissione tecnica di 100 opere per la mostra. Ed un assegnazione di tre premi alle prime tre opere scelte dalla giuria.

A Casoria vi sarà una mostra con Esposizione delle 100 opere selezionate ed un incontro, che sarà anche l’occasione e per dare il via alla mostra e per presentare i lavori vincitori del premio, che vedrà protagonisti gli artisti coinvolti nel progetto, che racconteranno Picasso e le sue opere.

Tutto questo avrà luogo a Casoria, città che si candida ad ospitare una serie di eventi culturali e sociali, grazie al fermento delle associazioni culturali del territorio, che nel mio ruolo di Presidente della Commissione cultura sto cercando di favorire nella realizzazione di eventi culturali.